Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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mercoledì 11 novembre 2009

Rutelli fonda «Alleanza per l'Italia»«Il simbolo sarà scelto online»

Presentato il nuovo soggetto politico creato dall'ex leader della Margherita dopo l'addio al Pd

Francesco Rutelli (Omega)
Francesco Rutelli (Omega)
MILANO - L'addio al Pd di Rutelli diventa ufficiale. A sancirlo in via definitiva è la nascita di «Alleanza per l'Italia»: questo il nome del movimento fondato dall'ex leader della Margherita, che del nuovo partito sarà anche il presidente. Il portavoce è Bruno Tabacci, che ha a sua volta lasciato l'Udc. La prima convention nazionale di «Alleanza per l'Italia», il soggetto politico fondato da Francesco Rutelli, si terrà a Parma, l'11 e 12 dicembre prossimi. Per Rutelli si tratta di un ritorno: nella città emiliana, nel 2003 si era tenuto il congresso della Margherita. La scritta «Alleanza X l'Italia», con il simbolo della "x" per metà verde e per metà rosso al posto della parola «per», è il simbolo scelto da Rutelli per rappresentare il suo nuovo partito. Non si tratta di una scelta definitiva, spiega il presidente del neonato movimento: «Sarà lanciata una consultazione online per arrivare al simbolo che poi resterà».«RISPETTO IL PD, MA...» - «Rispetto il Pd ma non sono d'accordo con la sua svolta a sinistra» spiega Rutelli presentando il suo nuovo movimento. «Da oggi inizia un cammino - aggiunge l'ex Pd - per aggregare tutte le persone che vogliono un'Italia democratica, liberale, popolare e riformatrice». L'ADESIONE DELLA LANZILLOTTA - Il neonato partito di Rutelli incassa intanto il sostegno e l'adesione di Linda Lanzillotta, ex ministro Pd che ha annunciato l'addio ai democratici. «È stata una scelta sofferta, maturata negli ultimi mesi» spiega Lanzillotta, mettendo in guardia i democratici: altri lasceranno. «Sento un disagio diffuso», sottolinea l'ex ministro in un'intervista al Corriere della Sera. «È fallito un progetto al quale ho molto creduto - prosegue -: il rinnovamento della cultura politica, la modernizzazione del Paese. Il Pd non è riuscito a fondere le culture tradizionali con quelle innovative». Le primarie, dice, sono state «un punto di svolta in cui si decideva se continuare con il progetto originario o riesumare le vecchie identità, più rassicuranti ma inadeguate. Si è scelta la seconda strada». Ovvero: «Bersani è stato il punto d'approdo della crisi, che credo irreversibile». Lanzillotta osserva che «il Pd ha già rimosso le componenti della cultura liberale e ambientalista. È approdato nel gruppo socialista in Europa e ha mantenuto un collateralismo con il sindacato. Se non vuole essere destinato alla marginalità - aggiunge - ha bisogno che qualcuno rappresenti l'altro pezzo della cultura riformista. Noi restiamo nell'area di centrosinistra, ma miriamo ad assorbire parti dell'elettorato del centrodestra». Come la Lanzillotta anche i senatori Franco Bruno e Carlo Gustavino lasciano il Pd per aderire ad «Alleanza per l'Itali». Chi resta nel Partito democratico è invece Paola Binetti. Lo annuncia la stessa deputata teodem. «Fino a prova contraria, resto» ha detto ad Affaritaliani.it.


tratto da : Il Corriere della Sera .it 11 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

Cinque abruzzesi alla direzione nazionale


PESCARA. Sono cinque gli abruzzesi eletti alla direzione nazionale del Pd a conclusione del congresso nazionale di venerdì a Roma. Sono Federica Mariotti eletta per la mozione Bersani, Luigi Lusi per la mozione Franceschini, Stefania Pezzopane, nominata tra le 20 personalità che per statuto entrano di diritto nell’organismo. Franco Marini eletto come ex presidente del Senato e Silvio Paolucci membro di diritto in qualità di segretario regionale.
Ieri Paolucci ha commentato la chiusura delle indagini sull’inchiesta sanitopoli. «Nel confermare il profondo rispetto che nutro verso la magistratura», ha detto Paolucci «a mio avviso va detto che le vicende giudiziarie hanno cambiato il corso politico in questi 18 mesi nella nostra Regione. Mi preme sottolineare che il prezzo politico pagato dal Partito Democratico, mai coinvolto come partito nelle varie vicende, sia stato elevatissimo rispetto ad un quadro che vedrebbe l’imprenditore-teste far svanire 145 milioni di euro e affamare 1600 famiglie abruzzesi e il centrodestra nel pieno di un sistema di rapporti antico tra politica e sanità privata con incarichi di responsabilità che tanti uomini politici di destra avevano allora come oggi. Continuo a ritenere», ha aggiunto Paolucci, «che la sproporzione dei provvedimenti adottati lo scorso anno rispetto all’assenza di qualunque altro provvedimento abbia alimentato una percezione sbagliata nell’opinione pubblica per lungo tempo. Nel frattempo 1600 lavoratori sono alla fame. Ribadendo il mio rispetto verso tutte le istituzioni auspico presto che si faccia chiarezza e che si celebri rapidamente il processo».

tratto da : Il Centro.it 09.11.09

«Il nuovo Pd? Giovane e unito» D’Alessandro: no alle correnti ma l’area cattolica è essenziale


PESCARA. In Abruzzo 60mila abruzzesi hanno votato alle primarie del Pd scegliendo Silvio Paolucci segretario regionale del partito. Un dirigente di 32 anni che si affianca a un altro trentenne, Camillo D’Alessandro, capogruppo in Consiglio regionale.

Consigliere D’Alessandro, Paolucci è stato eletto con un accordo delle mozioni Bersani e Franceschini. Alla vigilia delle primarie però si è parlato anche di lei come candidato alla segreteria regionale.
«Sì, ma abbiamo avuto la forza di dire no a Roma, a chi ci chiedeva di dividerci in Abruzzo per lucrare qualche voto in più ai rispettivi candidati alla segreteria nazionale. Ci siamo rifiutati perché la nostra Regione ha bisogno di unità e i numeri ci hanno dato ragione».
È stato difficile far passare la linea dell’unità?
«Abbiamo spiegato che la situazione che vive l’Abruzzo è eccezionale, con una crisi politica grave a cui è seguita quella economica ed occupazionale, aggravata poi dal terremoto. Abbiamo fatto comprendere che in Abruzzo avevamo una importante risorsa su cui costruire insieme e uniti la ripartenza: un giovane preparato e attrezzato come Silvio Paolucci, insomma il nostro Abruzzo prima di tutto. Ci hanno capito ed il presidente Marini, prima di ogni altro, ha favorito il nuovo corso. Poi ci sono tante energie dentro il Pd, a partire dal candidato dell’area Marino, Fabio Ranieri, di assoluto valore e che potrà fare molto».
Finite le primarie c’è il rischio che il Pd diventi un partito di correnti?
«La corrente è concetto esattamente contrario al merito. Immaginare il partito nuovo che si organizza per schemi vecchi è la negazione del Pd. Vedo invece come necessario innalzare il confronto culturale interno. Del resto basti vedere la degenerazione correntizia dentro il Pdl per capire dove non si deve andare».
Parla delle fondazioni?
«Il problema non sono le fondazioni se promuovessero approfondimento culturale, anzi sarebbero opportune perché la politica partitica non basta. Il problema è nasconderci dietro truppe armate che si contendono potere e ruoli. Da qui le risse, come quella tra Giuliante e Piccone. Forse nel centrodestra abruzzese era inevitabile: in Abruzzo non esiste un “capo”, a partire da Chiodi mai riconosciuto come tale, meglio allora fare tanti capetti».
Quindi niente correnti nel Pd?
«Non escludo che ci siano tentazioni. Per quanto mi riguarda lavorerò per superarle. In Abruzzo, dove abbiamo un segretario unitario, non avrebbero senso».
Lei che proviene dai Popolari e dalla Margherita non teme con Bersani un Pd troppo di sinistra?
«Non si possono fare i processi preventivi. Il popolo delle primarie ha eletto Bersani ed oggi lui è il segretario di tutti. Poi ognuno di noi, così come Bersani, sarà giudicato per quello che fa non per le intenzioni. Ciò che è certo è che nessuno nel Pd può pensare ad un grande e moderno partito senza il contributo dell’area cattolico-democratica proveniente da Popolari e Margherita».
In Consiglio avete annunciato una proposta per Villa Pini. Di che si tratta?
«È una proposta ancora allo studio dei nostri tecnici intesa soprattutto a tutelare i lavoratori. La presenteremo nel prossimo consiglio regionale». (cr.re.)

tratto da : Il centro 09.11.09