Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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lunedì 27 aprile 2009

Indignazione per come sono stati ricordati i 33 martiri di Capistrello



Come segretario del circolo PD di Capistrello esprimo a nome di tutti i democratici, la più profonda indignazione per l'incuria e la superficialità manifestata dalle autorità preposte alla celebrazione del 25 aprile, manifestiamo innanzi tutto la nostra solidarietà ai parenti dei Martiri del bestiale eccidio compiuto dai nazisti il 4 giugno 1944, giustamente indignati per la burocratica negazione del valore umano, morale e civile, della loro testimonianza.
Assicuro inoltre tutto il mio impegno perché a Capistrello non si ripeta la sottovalutazione delle radici storiche sulle quali si fonda la convivenza democratica del nostro paese. A tal fine comunico di aver proposto una più degna manifestazione da organizzare per il prossimo 2 giugno e la formazione di un permanente "Comitato per la celebrazione del 25 aprile" che ha raccolto l'immediata adesione dei presenti, tra i quali Romolo Liberale e i parenti dei Martiri.
Per provvedere al seguito delle iniziative necessarie alla formale istituzione del Comitato - nel quale inserire quanti si riconoscono negli elementi fondativi della Costituzione repubblicana, sia a Capistrello che nella Marsica - è stato invitato il prof. Antonino Lusi, consigliere parlamentare nel Senato della Repubblica, per la sensibilità culturale e politica da lui mostrata nel valorizzare la memoria storica della Resistenza e il sacrificio di chi ci ha restituito la libertà.
Il prof. Lusi ha aderito ben volentieri alla richiesta richiamando anche l'esigenza di recuperare i segni della cultura democratica e antifascista presente a Capistrello, compresa la vicenda di alcuni partigiani collegati alla Brigata Maiella.


Alfio Di Battisa
Segretario Circolo PD Capistrello

venerdì 24 aprile 2009

Elezioni amministrative rinviate in provincia de L'Aquila

In relazione al comunicato, diramato al termine del Consiglio dei ministri n.46 del 23 aprile 2009, si precisa che sono state rinviate alla fine dell’anno - nei comuni della provincia de L'Aquila - le elezioni amministrative che si sarebbero dovute tenere in primavera.

Il provvedimento interessa solo le amministrazioni in Provincia de L'Aquila; le elezioni del Presidente della Provincia, del consiglio provinciale, dei Sindaci e dei consigli comunali in Provincia de L’Aquila sono quindi rinviate e il mandato dei relativi organi è prorogato sino allo svolgimento delle elezioni.
tratto da : Governo.it

Iniziative per il 25 aprile giorno della Liberazione


Ore 09.30, ammassamento piazza del Comune di Capistrello - corteo lungo le strade del paese fino al monumento dei Caduti.


ore 17.00 presso la chiesa di Sant'Antonio a Capistrello

si terrà il IV concerto della Liberazione.



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Il Centro Iniziative Culturali (CIC) e gli Amici della Musica di Capistrello sono lieti di invitarvi al

IV C O N C E R T O della L I B E R A Z I O N E

.....dai mali che affliggono il nostro tempo

25 aprile 2009 - Capistrello, Chiesa di S. Antonio, ore 17,30

Elegia di speranza per una terra martoriata

di Romolo Liberale



Organista Livia Mazzanti

Tromba Mario Liano, Trombone Paolo Mazzilli, Tuba Alessandro Costanzi, Vibrafono Antonio Liano,

Xilofono e Glockenspiel Giulia Mazzilli, Batteria Daniele Costanzi

Programma

G. F. Händel Sarabanda con variazioni dalla Suite XI in re m (7')

(1685 - 1759) per organo

Aram Il'ič Khačaturjan La danza delle spade (5')

(1903 - 1978) gruppo strumentale “Perk & Brass

Romolo Liberale Elegia di speranza per una terra martoriata

improvvisazioni per organo e voce recitante

Felix Mendelsshon-Bartholdy Sonata terza in la M op.65 n.3 (9')

(1809 - 1847) per organo

J. Esser, W. Langhoff, R. Goguel Die Moorsoldaten (5')

Versione italiana di anonimo

(1934 - 1945) improvvisazioni per organo e voce recitante

G. Hamilton Green Triplets (5')

(1934 - 1958) gruppo strumentale “Perk & Brass

Mauricio Kagel Ragtime - Waltz (4')

(1931 - 2008) per organo

Anonimi Drunken Sailori e Fire in the Galley (8')

gruppo strumentale “Perk & Brass

L. van Beethoven Inno alla gioia Corale dalla IX sinfonia (8')

(1770 - 1827) per organo e gruppo strumentale “Perk & Brass

Note di sala

In questo IV Concerto della Liberazione l'Elegia di speranza per una terra martoriata di R. Liberale, dedicata in particolare ai nostri fratelli abruzzesi colpiti dal terremoto, e Die Moorsoldaten - il più noto canto della Resistenza tedesca, forse anche il più bello in assoluto del movimento operaio tedesco - costituiscono la trama ideale e musicale di improvvisazioni organistiche culminanti nella speranza di un Inno alla gioia, accompagnato dagli ottoni e dalle percussioni, che appartenga di diritto non solo alla nostra cultura ma alla nostra esistenza quotidiana, libera da tutti i mali. I due brani per solo organo si devono a due compositori tedeschi fra i più eminenti, Händel e Mendelssohn-Bartholdy, che manifestarono entrambi, in epoche diverse, un forte sentimento di amicizia per l’Italia e la sua cultura. Tanto Händel, di cui si celebra quest’anno il 250° anniversario della scomparsa, quanto Mendelssohn-Bartholdy, nato invece esattamente due secoli fa, soggiornarono nel nostro paese dal quale si lasciarono ispirare profondamente anche nelle loro composizioni.

La Sarabanda dalla Suite in re minore di Händel è una pagina destinata al clavicembalo (qui adattata alla più complessa scrittura organistica) che si basa su un motivo di origine spagnola, un cosiddetto basso ostinato. Alla gravità e staticità di questo tema si contrappone il movimento, in forma di variazioni, delle altre voci distribuite all’organo fra le altrettanto varie tastiere e la pedaliera. La grande efficacia drammatica, quasi teatrale, di questo brano lo fece scegliere dal colto regista Stanley Kubrick come motivo conduttore del suo capolavoro Barry Lindon, epopea di un uomo dalla gloria al declino.


La La danza delle spade, composta nel 1942 da Khačaturjan, è tratto dal balletto “Gajaneh”. Il questa composizione si colgono i tratti peculiari della scrittura del compositore armeno, caratterizzata da ritmi serrati, abbandoni melodici e sgargianti sonorità.

Nella sua Elegia di speranza per una terra martoriata Romolo Liberale sottolinea che "l’umanità, facendosi attraverso i secoli, ha compiuto il suo cammino verso il futuro resistendo e costruendo, di età in età, il proprio tempo. Nella resistenza contro le avversità della natura e le malvagità umane, ha trovato un saldo presidio al suo anelito di libertà: libertà dai condizionamenti sociali, libertà di espressione del proprio pensiero, libertà di compiersi in nome di tutte le ragioni per le quali esiste". Le note del Nabucco di Giuseppe Verdi, che fanno da sfondo all'improvvisazione organistica qui eseguita, ripropongono l'invocazione della patria lontana che gli Ebrei cantano sulle sponde dell`Eufrate. Come la profezia di Zaccaria esorta ad avere fede nell'anelito di libertà di tutti i popoli così l'auspicio del presente è tutto compreso nella elegia di speranza per tutti.

La III Sonata in La maggiore di Mendelssohn-Bartholdy fa parte dello splendido ciclo di sei Sonate che il compositore (appartenente a una famiglia ebraica di grandi intellettuali e banchieri convertiti al protestantesimo) dedicò all’organo, strumento che lo legava indissolubilmente alla musica di Bach, da lui riscoperto in pieno Romanticismo e così sottratto all’oblio. Il primo movimento è una sorta di trittico dove un pre-ludio e un post-ludio che ricordano proprio lo stile di Händel sembrano sostenere, a mo’ di pilastri, l'ampia parte centrale; è al culmine di quest’ultima che appare al pedale, come una preghiera che scaturisce dagli abissi, il tema del De Profundis luterano, estrema invocazione dell’uomo al suo Dio. Al monumentale “Con moto maestoso” segue un più breve “Andante tranquillo”: ingenuo e candido congedo che suona, dopo quel prolungato grido di tormento, come un meritato approdo di pace.

"Die Moorsoldaten" - composto nel 1934 da un sindacalista, un regista e un musicista prigionieri - nacque nello Staatlicher Preussischer Konzentrationslager I Börgermoor-Papenburg (“I° Campo di concentramento statale prussiano Börgermoor-Papenburg), uno dei primi lager istituiti dal regime nazista per rinchiudervi principalmente i più pericolosi oppositori politici (socialisti, comunisti, anarchici). I deportati del lager di Börgermoor, cui ancora era permessa qualche attività di svago, istituirono un circo-cabaret nel quale si esibivano davanti ai detenuti e ai guardiani delle SS. Die Moorsoldaten fu eseguita al termine della prima rappresentazione. Il compositore della musica della canzone, Rudi Goguel, molti anni dopo, raccontò con queste parole quella prima e drammatica esecuzione della canzone:“I sedici deportati cantori, tra i quali vi erano diversi membri della Corale Operaia di Solingen, entrarono in scena con le loro divise verdi di polizia, che allora servivano da divise anche per i detenuti, e con delle vanghe sulle spalle. Io li precedetti vestito di una tuta blu, con un manico rotto di vanga a mo’ di bacchetta da direttore. Il ritornello veniva eseguito dopo ogni strofa; all’ultima strofa comparvero anche le SS coi loro comandanti, che si misero incredibilmente a cantare apertamente il ritornello assieme ai detenuti, poiché anche loro si consideravano dei ‘soldati del pantano’. Alle parole ‘…Dann ziehn die Moorsoldaten nicht mehr mit den Spaten ins Moor’, i sedici cantori piantarono le vanghe nella sabbia ed uscirono dal palco, lasciando le vanghe piantate nel terreno paludoso in modo che sembrassero le croci di un cimitero.” Le SS all’inizio non avevano evidentemente ben compreso il significato del canto ma, già due giorni dopo, esso fu severamente proibito. Alcune copie però furono fatte uscire clandestinamente dal lager per opera del deportato Otto Gaudig, di Mühlheim, che lavorava come calzolaio nel campo. Riuscì ad infilare alcuni fogli contenenti il testo e la musica del canto tra la suola e la tomaia delle scarpe, per essere sicuro che qualcuno le potesse far uscire. Così avvenne. Già nel 1935 era arrivato a Londra, dove il compositore antinazista Hanns Eisler rielaborò la musica scritta fortunosamente da Rudi Goguel e la affidò al canto del tenore Ernst Busch. Quando Busch giunse nel 1936 in Spagna per combattere nella Brigata Internazionale Thälmann, la registrò, il 3 ottobre dello stesso anno, in un disco intitolato Seis Canciones para la Democracia, sia nella versione tedesca che in quella spagnola, Los soldados del pantano. In breve la canzone divenne uno degli inni della Resistenza europea al nazifascismo. Tutte le brigate internazionali ne prepararono una versione nella loro lingua: in inglese (The Peat-Bog Soldiers), in francese (Le chant du marais), in italiano (Canto dei deportati) e in olandese (De moorsoldaten). La traduzione in lingua italiana di “Moorsoldaten“ fu effettuata nel gennaio 1945 da una nostra connazionale internata nel campo femminile di Rawensbrück, rimasta anonima.

Triplets di G. Hamilton Green è un fox trot, originariamente per xilofono e marimba. In questa occasione è stata arrangiata per questo ensemble e xilofono solista, esaltandone il carattere jazzistico. Drunken Sailor e Fire in the Galley, di compositori anonimi, sono due canti marinareschi inglesi: il primo con una forte caratteristica di marcia e il secondo con un andamento scherzoso.

Ragtime nasce come composizione per pianoforte, un po’ perché il ritmo è molto swing (oscillante) e un po’ perché le prime brass-band utilizzavano le melodie rag come guida per le loro prestazioni. Lo schema del ragtime si rifà completamente alle forme classiche: dal trio del minuetto alle strutture dei valzer di J.Strass. Anche lo stile pianistico pesca a piene mani dai classici: Schubert, Chopin e su tutti Liszt. Il tutto naturalmente filtrato dalla sensibilità degli esecutori. L’ambiente in cui si sviluppò fu vario. Si va dai Saloon dove musicisti o rulli meccanici accompagnano il chiasso degli avventori alle sale da ballo “bene” delle grandi città. Nel brano qui eseguito si fonde la tradizione del rag con il blues, la sensibilità musicale latinoamericana con quella europea di cui è espressione Mauricio Kagel il quale, nato 24 December 1931 il 24 dicembre 1931 aBuenos Aires ( Buenos Aires, compie Studies in music, history of literature (JL Borges), and philosophy at thestudi di musica, storia della letteratura e filosofia nellaUniversity locale Universitàof. Nel 1957 emigra a Cologne Colonia ( (GermanyGermania)) dove fonda la "Kölner Ensemble für Neue Musik". Nel1964-65 Slee professor of composition at the 1964 è professore di composizione presso la State UniversityState di New York at Buffalo (USA) (USA), dal 1967 è visiting professor presso l'Accademia di cinema e televisione Berlin a Berlino (West) (Ovest). Dal 1969 è Direttore dei Corsi per la nuova musicaCologne a Colonia dove muore il 18 settembre 2008.

L'Inno alla gioia è contenuto nel quarto tempo della Nona Sinfonia di L. Beethoven. Adottato dal Consiglio d'Europa nel 1972, viene utilizzato come inno ufficiale dell'Unione europea dal 1986. Si tratta di una marcia di gioia, festante, scintillante di colori, che accompagna l'uomo nel cammino gioioso della vita: l’Inno alla gioia infatti, oltre ad essere un capolavoro della musica classica, è soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza. Con tale composizione Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale e, proprio per rendere il messaggio più chiaro possibile, decise di far cantare dal coro nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller. L'ode "An die Freude (Alla Gioia)" è una lirica nella quale la gioia è intesa non come semplice spensieratezza e allegria ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dall'odio e da ogni male.

Livia Mazzanti fin dagli esordi a Roma, negli anni '80, ha rivelato un ampio orizzonte interpretativo proponendo pagine organistiche di rara esecuzione e amando suggerire, nei suoi programmi di concerto, possibili affinità tra epoche e linguaggi diversi. Diplomata in pianoforte, in organo e in composizione organistica, ha ricevuto poi un impulso decisivo dall'incontro con compositori quali Giacinto Scelsi e, più tardi, Jean Guillou sotto la guida del quale si è a lungo perfezionata in Francia. Premio Speciale della Giuria per le qualità musicali al Concorso Internazionale d'Organo di Roma del 1985, è vincitrice nel 1988 di una Borsa di Studio del Governo francese e si stabilisce a Parigi dove l'anno seguente le viene conferito, à l'Unanimité du Jury, il Diplôme de Concert della Schola Cantorum. Da allora la sua attività si svolge tra l'Italia e la Francia, conducendola a prodursi nella maggior parte dei Paesi europei, negli Stati Uniti, in Medio Oriente. Sono sue l'ideazione e la direzione artistica di MUSICOMETA, il festival che ospita a Roma, dal '95, acclamati solisti della scena internazionale. Sempre a Roma, inoltre, collabora da anni con la Chiesa evangelica luterana. Unica interprete straniera a figurare nelle collezioni organistiche della RCA Victor/BMG France, le sue incisioni le sono valse gli elogi di riviste quali Diapason, Répertoire, Organist's Review. Ha inciso anche per Fonè (Italia), Argos (Francia) e partecipato all'Integrale per organo di J. Guillou pubblicata dalla Philips Classics. Recenti sono la riscoperta e la registrazione, in prima mondiale per AEOLUS, dell'Integrale di Mario Castelnuovo-Tedesco realizzata all'organo della Tonhalle di Zurigo.

Gruppo Strumentale “Perk & Brass

Il gruppo strumentale “Perk & Brass”, formato da ottoni e percussioni, sviluppa sonorità diverse dai classici quintetti di ottoni. Il repertorio spazia dalla musica classica a quella moderna con arrangiamenti originali, a cura del M°. Mario Liano. Esso ricerca un amalgama tra strumenti timbricamente lontani utilizzando spesso, come strumento solista, lo xilofono per la sua sonorità emergente e il timbro del vibrafono come collegamento tra gli strumenti ad ottone e le altre percussioni.


Consiglio dei Ministri n.46 Si è svolta oggi a L'Aquila la riunione del Consiglio dei Ministri.


Queste le principali misure contenute nel decreto-legge approvato dal Consiglio:

- progettazione e realizzazione, nei comuni terremotati, di moduli abitativi destinati ad una utilizzazione durevole e rispondenti a caratteristiche di innovazione tecnologica, risparmio energetico e protezione dalle azioni sismiche, nonché delle opere di urbanizzazione e dei servizi connessi, al fine di garantire adeguata sistemazione alle persone le cui abitazioni sono state distrutte o dichiarate non agibili;

- attivazione immediata delle seguenti misure: per la ricostruzione di abitazioni principali distrutte o inagibili o per l’acquisto di abitazioni sostitutive è prevista la concessione di contributi anche con il sistema del credito d’imposta e di finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato; per le abitazioni non principali, contributi anche in credito d’imposta; in favore di attività produttive, indennizzi per la riparazione e ricostruzione di beni immobili distrutti o inagibili, nonché ripristino delle scorte e ristoro dei danni da perdita di beni mobili strumentali; indennizzi per danni subiti da strutture adibite a finalità sociali, ricreative e religiose;

- sospensione (con eccezione per casi particolarmente gravi) dei processi civili pendenti presso gli uffici giudiziari dei comuni colpiti dal sisma, nonchè di termini di legge gravanti sulle popolazioni colpite, quali prescrizioni, decadenze, termini legali, processuali e di notificazione, pagamento dei titoli di credito, cambiali ed assegni in scadenza al 6 aprile 2009, versamenti di entrate di natura patrimoniale, versamento di contributi consortili di bonifica, canoni di concessione e locazione di immobili distrutti o inagibili, pagamento di rate e mutui di qualsiasi genere;

- previste particolari misure per lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti sia urbani che derivanti dalla distruzione degli immobili danneggiati;

- predisposizione di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici danneggiati, compresa l’edilizia universitaria ed il Conservatorio di musica, nonché le caserme e gli immobili demaniali o di proprietà di enti ecclesiastici riconosciuti di interesse storico artistico;

- rapida definizione delle modalità organizzative per consentire la pronta ripresa dell’attività degli uffici pubblici;

- esclusione dal patto di stabilità interno 2009-2010 delle spese sostenute dalla Regione Abruzzo, dalla provincia de L’Aquila e dai Comuni danneggiati per fronteggiare gli eventi sismici.

Per le famiglie, i lavoratori e le imprese vengono previste tra l’altro le seguenti misure:

- la proroga dell’indennità ordinaria di disoccupazione;

- l’indennizzo in favore dei collaboratori coordinati e continuativi e dei lavoratori autonomi che abbiano dovuto sospendere l’attività a causa del sisma;

- la sospensione per le imprese delle eventuali sanzioni legate alle inadempienze fiscali;

- la non computabilità, a fini della definizione del reddito da lavoro dipendente, delle erogazioni liberali, dei sussidi e dei benefici di qualsiasi genere concessi dai datori di lavoro privati ai lavoratori residenti nelle aree colpite dal sisma, ovvero da datori di lavoro privati operanti nei territori colpiti in favore di lavoratori anche non residenti in quelle aree.

Il decreto-legge prevede la realizzazione di interventi urgenti e integrati per i servizi socio-educativi della prima infanzia e per le residenze per anziani; stanzia inoltre speciali finanziamenti per l’edilizia scolastica, nonché in favore del Corpo dei Vigili del fuoco, della Guardia di finanza e della Polizia di Stato, Carabinieri e Corpo forestale.

La Protezione civile avvierà urgentemente iniziative ed interventi tesi a ridurre il rischio sismico prioritariamente nelle aree dell’Appennino centrale contigue a quelle interessate dal sisma del 6 aprile, che verranno quanto prima individuate.

Ulteriori misure riducono il prezzo dei farmaci nelle zone colpite e finanziano la ricostituzione delle infrastrutture viarie e ferroviarie.

Le elezioni amministrative sono rinviate alla fine dell’anno e gli adempimenti contabili dei comuni vengono differiti al 31 luglio 2009.

mercoledì 22 aprile 2009

Amministrative, verso il rinvio per la provincia dell’Aquila


L’AQUILA. Si fa strada l’ipotesi di un rinvio per le elezioni amministrative nella provincia dell’Aquila. Su un differimento avrebbe espresso il proprio personale assenso il ministro degli Interni Roberto Maroni nell’ambito della Conferenza Stato-Città. Tuttavia, hanno raccontato al termine dei lavori i rappresentanti degli enti locali tra cui la presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane, su un eventuale posticipo della tornata elettorale per i 51 comuni della provincia dell’Aquila il responsabile del Viminale ha tenuto a precisare che l’ultima parola spetterà al Consiglio dei Ministri.
I comuni della provincia dell’Aquila potrebbero andare alle urne a fine autunno o direttamente nel 2010. Nulla dovrebbe cambiare invece per la scadenza delle europee. La Conferenza é stata un’occasione per esaminare le sollecitazioni avanzate al governo dalle realtà territoriali abruzzesi, tra le richieste, ha ricordato Pezzopane, figura l’inserimento dell’area terremotata nell’Obiettivo 1, «consentendo così di usufruire di questi fondi europei per sostenere le imprese, lavoratori compresi, e gli sfollati». Richiesta, questa, che avrebbe trovato il consenso del ministro Ronchi, che si sarebbe detto disponibile a portare quanto prima la proposta a Bruxelles. Nella Conferenza é arrivata anche la proposta di non computare nel Patto di stabilità gli aiuti economici erogati dai Comuni a favore delle zone terremotate. Ma non basta: al governo é stato chiesto di istituire una Zona franca speciale urbana per contenere il tasso di disoccupazione.

tratto da : Il Centro 22.04.09

lunedì 20 aprile 2009

Il sindaco chiese aiuto prima del sisma "Aiutateci, qui è già emergenza"

L'AQUILA - Una richiesta d'aiuto. Cinque giorni prima della tragedia. Contenuta in un telegramma urgente. Una richiesta rimasta inascoltata. Mittente, il Comune dell'Aquila. Destinatari, la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della Regione Gianni Chiodi, l'assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura dell'Aquila. Oggetto: una istanza per la dichiarazione dello "stato d'emergenza" per la città dell'Aquila, assieme alla segnalazione dello sciame sismico in corso, e di gravi lesioni ad edifici pubblici e privati. Per colpa del terremoto.
Già, perché all'Aquila il terremoto c'era già, da mesi, con una frequenza sismica ormai quotidiana. La scossa del 30 marzo scorso (con un quarto grado di magnitudo) aveva poi scatenato il panico in città con l'evacuazione di diversi uffici pubblici, oltre a lesioni gravi per migliaia di palazzi. Con una stima dei danni pari a 15 milioni di euro.
Era stata, fino a quel momento, la scossa più forte registrata all'Aquila dal 1967. E anche questo aveva spinto il sindaco Massimo Cialente a spedire un telegramma a Palazzo Chigi.
Ma quella missiva (recuperata solo ora tra le macerie degli uffici comunali) cadde nel vuoto.
Del resto, proprio per la presenza dello sciame sismico e la paura diffusa nella provincia aquilana - appena il giorno prima - su richiesta del capo della protezione civile Guido Bertolaso, si era riunita all'Aquila la Commissione Nazionale Grandi Rischi.
Una riunione che però non aveva - evidentemente - tranquillizzato Cialente. Che il giorno dopo decise di scrivere il telegramma.
Questo il testo: "In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell'effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati.
Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni".
Per il sindaco, oggi, questo telegramma ha il sapore di una drammatica beffa.
"Ho fatto tutto il possibile... Adesso dobbiamo solo ricostruire ciò che abbiamo tragicamente perso. Piangere il nostro dolore e andare avanti".
Più dura la posizione della presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane: "La settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile, è stata fatale per il nostro territorio.
Lanciavamo continui appelli, la gente fuggiva in strada per paura delle scosse.
Ci era stato detto che la nostra era una psicosi, che avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso, di serenità.
Invece..". E prosegue: "Possibile che le due scosse avvenute la notte del 5 aprile, poche ore prima della tragedia, non abbiamo fatto suonare un benché minimo campanello d'allarme? Molti di quelli che si sono salvati, quella notte hanno dormito in macchina".

Tratto da : La Repubblica (18 aprile 2009)

Da Don Aldo - Terremoto L'Aquila

Da Don Ando pubblichiamo Saluti


Carissime e carissimi tutti,
finalmente e nonostante la pioggia, ieri pomeriggio sono riuscito ad incontrarmi con il sindaco di Fossa. Io ero con il presidente dell'Associazione Culturale di Antrosano ed altri amici, mentre il sindaco di Fossa era accompagnato da due consiglieri. Non vi dico la pena nel vedere quel paese adagiato sulle pendici di Monte Circolo, circa 1000 abitanti, completamente evacuato. Non ci è stato possibile entrare nel paese, completamente transennato, per cui il sindaco lo abbiamo incontrato all'ingresso della tenda che fa da "Municipio" (Vedere foto). Il paese, che sorge sulle rovine dell'antica Aveia, fu feudo dei Colonna e, successivamente, dei Barberini. Tra le cose preziose che lo arricchiscono c'è la chiesa monumentale di Santa Maria ad Criptas, eretta nel XIII secolo, in stile gotico cistercense e con affreschi del XIII e XIV secolo. C'è poi il Palazzo Bonanni che ospita una notevole collezione artistica con opere di Patini, Michetti e dei Cascella. Secondo una tradizione leggendaria il feudatario di Fossa fu l'unico dei cento baroni che si rifiutò di contribuire alla fondazione dell'Aquila, che per questo motivo, conta 99 e non 100 piazze, chiese e cannelle della famosa fontana...
Dunque, con il sindaco, abbiamo deciso di realizzare, come già precedentemente accennato ad alcuni di voi, una struttura in legno che inizialmente sarà adibita a sede degli uffici comunali e successivamente resterà come centro ricreativo e di animazione per il paese tutto, gestita dell'Associazione Pro Loco. Siccome la struttura sarà di tipo modulare, a seconda degli importi che disporremo, sarà sempre possibile ampliarla, modificarla e strutturarla secondo le esigenze. Noi partiamo con un importo, già in cassa, di 6.496,00 Euro. Confidiamo nella vostra collaborazione e nella vostra generosità. Partecipate e invitate i vostri amici a partecipare anch'essi alla realizzazione di questo progetto. Piccolo progetto, per un piccolo centro, ma sarà il segno del nostro grande affetto e per il quale, vi giuro, non andrà in spreco nemmeno un centesimo.
I versamenti possono essere effettuati tramite CCP N. 48208722 intestato a Parrocchia Santa Croce – Antrosano (AQ)

Oppure tramite bonifico, codice Iban: IT58Q076010360000048208722 sempre intestato a Parrocchia Santa Croce - Antrosano

Per non caricare troppo il messaggio, vi spedirò a parte alcune foto che ho scattato per voi.

Un abbraccio

Aldo

giovedì 16 aprile 2009

Il vertice prima del dramma Ma la popolazione può stare tranquilla



L' AQUILA - Martedì 31 marzo, ore 18.30. Cinque giorni prima del terremoto. A palazzo Silone, all' Aquila, in una sede della Regione Abruzzo, su richiesta del capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso, si riunisce d' urgenza la Commissione nazionale Grandi rischi. La città è piegata dalle scosse: più di duecento, fino a quel momento. La più violenta il giorno prima (quattro gradi di magnitudo). Quella che scatena il panico in diversi locali pubblici: Università, Comune, Provincia e la stessa Casa dello Studente (che viene evacuata per tre ore). In città e nei dintorni c' è tanta paura. La gente ad ogni scossa corre in strada. Cominciano a cedere alcuni intonaci. Nei palazzi spuntano le prime crepe. Il centralino dei Vigili del Fuoco è in tilt. Dalle tv e dai giornali rimbalza la notizia che un tecnico del laboratorio Gran Sasso, Gioacchino Giampaolo Giuliani, preannuncia l' arrivo di un terremoto devastante. La tensione è altissima. La riunione voluta da Bertolaso «con l' obiettivo - si legge in un comunicato stampa della Regione Abruzzo - di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull' attività sismica delle ultime settimane» è presieduta da Franco Barberi, presidente vicario della commissione. Al tavolo operativo siedono Bernardo De Bernardinis, vice capo del dipartimento della Protezione Civile, Mauro Dolce, direttore dell' ufficio sismico, quattro esperti dei fenomeni sismici (tra cui Enzo Boschi), il direttore del Centro Nazionale Terremoti (Giulio Selvaggi), l' assessore alla protezione civile della Regione Abruzzo (Daniela Stati), tre funzionari della Regione, tre della Protezione Civile, il sindaco dell' Aquila e tre vice prefetti del capoluogo. Sono venti, in tutto, nella sala. La riunione - è scritto nel verbale - dura 60 minuti. Prende la parola il professor Boschi: «Escluderei che lo sciame sismico sia preliminare di eventi (...) - anche se spiega - siamo in una zona sismica attiva. Nell' area abruzzese registriamo circa 800 scosse l' anno. Ma i terremoti non si possono prevedere, si possono solo prevenire». Interviene poi Barberi: «Gli sciami tendono ad avere la stessa magnitudo ed è molto improbabile che nello stesso sciame la magnitudo cresca (...) Noi rappresentiamo la situazione scientifica». Prende la parola la Stati, assessore regionale: «Noi, io e il sindaco, dobbiamo anche dare risposte politiche. Quello che vogliamo sapere è se dobbiamo dare rettaa chi vai in giro a creare allarmismo (il riferimento è a Giuliani, ndr )». Risponde Barberi: «Non c' è nessuno strumento che possa avvisarci che ci sarà un terremoto. Non vale la pena che la Commissione Grandi Rischi discuta di questo. (...) Questa sequenza sismica non preannuncia niente, ma sicuramente focalizza di nuovo l' attenzione su una zona sismogenetica in cui prima o poi un grosso terremoto ci sarà». L' assessore Stati ringrazia: «Queste vostre affermazioni mi permettono di andare a rassicurare la popolazione». E scritto ancora nel verbale: «In chiusura interviene il prof. Mauro Dolce (responsabile ufficio sismico, ndr) che raccomanda chei tecnici in fase di sopralluogo prestino attenzione non tanto agli elementi strutturali, che quasi sicuramente, non dovrebbero essere danneggiati, quanto alle strutture di completamento quali controsoffitti, rivestimenti, comignoli, cornicioni, balconi (etc)». La riunione si conclude alle 19.30, con una conferenza stampa, dove De Bernardinis è ancora più esplicito: «La comunità scientifica conferma che non c' è pericolo, perché c' è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole. Questa vicenda deve insegnare due cose: convivere con territori fatti in questo modo, cioè a rischio sismico; mantenere uno stato di attenzione, senza avere uno stato di ansia». Cinque giorni dopo, la tragedia. - GIUSEPPE CAPORALE

tratto da: La Repubblica 16.04.09

domenica 12 aprile 2009

Terremoto - Lucoli

Alcuni amici ci segnalano che il vice Sindaco di Lucoli, Walter Chiappini (3397883113) ha urgentemente bisogno di 50 sacchi a pelo e le stufette elettriche (anche alogene) per riscaldare le tende per gli sfollati di Lucoli che hanno piazzato sulla piana di Campo Felice a 1600 m.s.l.m.
I marsicani possono portarle alla Caritas di Avezzano dove sono stati informati di queste due necessita' dei terremotati di Lucoli.

martedì 7 aprile 2009

Iniziative a favore dei nostri concittadini dell’Aquilano

Nell'esprimere la piena solidarietà del Nostro Paese, a quanti sono stati colpiti dal terremoto, con atti concreti il circolo PD promuove per:

mercoledì 8 aprile ore 20.45

un’assemblea pubblica aperta a tutti
i concittadini presso i locali della
Sala Ottaviani

Ordine del giorno :

  • Iniziative in favore delle popolazioni dell’aquilano colpite dal terremoto
  • Iniziative cautelative di protezione civile per il nostro comune

Circolo Pd Capistrello

lunedì 6 aprile 2009

Emergenza terremoto


Facciamo appello a quanti si trovano in condizioni di poter donare sangue di recarsi presso il Centro Trasfusionale dell'ospedale l'ospedale di Avezzano.
Mentre contattando i Centri di servizio per il volontariato (Csv) di Pescara si può contribuire nei limiti del possibile ad aiutare le popolazioni colpite dal terremoto.
Le associazioni di volontariato o i singoli volontari interessati a mettersi a disposizione per l'emergenza terremoto che ha colpito l'Abruzzo possono contattare il Centro operativo della Protezione Civile presso la Prefettura di Pescara, telefonando allo 085 2057631.

CHE COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Quando un edificio è costruito con criteri antisismici conviene restare in casa o a scuola. Scappare fuori solo se

la via di uscita è facilmente raggiungibile.

Quando queste garanzie non esistono è opportuno abbandonare gli edifici. Va ricordato, in quest'ultimo caso,

che le azioni ispirate dalla paura generano il panico e a volte più vittime dello stesso terremoto.

I rischi sussistono ugualmente sia per chi resta sia per chi abbandona gli edifici, occorre una notevole

preparazione e vanno prese delle precauzioni sia per un caso che per l'altro.

A CASA:

se si esce

evitare l'uso dell'ascensore;

non fermarsi per le scale;

evitare l'uso dell'automobile per non ingorgare il traffico; prima di uscire se è possibile staccare l'energia elettrica e

chiudere il gas; seguire le istruzioni che vengono emanate da chi di competenza;

collaborare se è possibile in soccorsi di emergenza.

Se si resta

mantenere la calma, perché il panico può uccidere;

non fermarsi sui balconi;

allontanarsi dalle finestre e dalle vetrate;

non usare ascensori;

non telefonare;

allontanarsi da mobili non fissati al muro;

spegnere fornelli, chiudere il gas, acqua, luce;

ripararsi sotto i tavoli, archi, architravi e in prossimità di muri maestri lontano dalle finestre;

coprirsi la testa con un cuscino o altro;

aprire tutte le porte di casa;

PER STRADA

allontanarsi subito dagli edifici da muretti ecc.;

dirigersi verso un luogo aperto;

allontanarsi da tralicci dell'energia elettrica, pali ecc.;

non usare la macchina;

non attraversare ponti, viadotti ecc..

A SCUOLA:

se si esce

seguire attentamente le istruzioni dell'insegnante e mettere in atto gli insegnamenti acquisiti nelle esercitazioni;

prestare aiuto ai compagni di scuola in difficoltà;

evitare di gridare e di correre;

raggiungere quanto prima in maniera ordinata il luogo prestabilito.

Se si resta

non gridare, non piangere, mantenere la calma (è facile farsi prendere dall'isterismo e scappare, ma così facendo non

solo si può mettere in pericolo se stessi ma anche i propri compagni che potrebbero seguirti anche loro e farsi male;

allontanarsi dalle finestre, vetrate, lampadari, porte a vetri e da scaffalature e armadi;

ripararsi la testa con le mani, con la cartella o con i libri;

rifugiarsi sotto i banchi o nel vano di una porta;

non correre per i corridoi;

DOPO IL TERREMOTO

Dopo una forte scossa avvengono repliche, e strutture già lesionate inevitabilmente subiranno altri danni.

Non andare mai verso spiagge, sia marine che di Laghi e di fiumi : un sisma altamente distruttivo può provocare un

maremoto e far risalire all'improvviso sulla spiaggia onde giganti; lungo un fiume su cui a monte esiste una diga si

potrebbe verificare una gigantesca onda di piena per effetto di un possibile cedimento della diga.

Dopo il terremoto recuperare qualcosa: un maglione, una coperta, qualcosa da mangiare, una bottiglia d'acqua ecc.

Le norme che seguono sono desunte dal sistema di protezione civile della Svizzera e della California (Los Angeles)

1) Verificare se ci sono feriti (eventualmente soccorrerli e calmarli). Se fa freddo avvolgerli in coperte. Non spostare

i malati gravi se non corrono il pericolo di avere ulteriori danni.

2) Controllare gas, impianti elettrici, oggetti che possono cadere. Se vi sono sospette fughe di gas evitare l'uso di

interruttori elettrici. di accendini (scintille) per evitare incendi ed esplosioni.

3) Accertare eventuali focolai d'incendio.

4) Aspettarsi scosse di assestamento (generalmente più deboli ma che agiscono su edifici già lesionati quindi

pericolose).

5) Stare lontano dai muri esterni; stare lontani dalla spiaggia perché in presenza di un sisma altamente distruttivo

potrebbe sopraggiungere anche un maremoto.

6) Evitare telefonate inutili: la rete deve restare Libera: per i servizi di soccorso.

7) Non circolare in automobile; non intralciare la circolazione dei mezzi di soccorso.

8) Non andare nelle zone colpite se ciò non viene richiesto.

9) Rinchiudere gli animali impauriti.

10) Controllare le scorte di cibo.

11) Attenersi alle istruzioni del servizio d'ordine e collaborare con i servizi di soccorso.

12) Tenere accese le radio portatili per informazione sulla situazione e per le istruzioni che verranno trasmesse dagli

organi preposti al coordinamento dei soccorsi.

mercoledì 1 aprile 2009

Per una scuola pubblica, di qualità per tutti


“Il governo dovrebbe bloccare il licenziamento di 132.000 precari della scuola, reintroduca il tempo pieno, e dia il via libera alla ristrutturazione edilizia delle scuole italiane”. Queste sono state le proposte lanciate dal segretario del Pd, Dario Franceschini, al termine di un incontro con le associazioni degli studenti, degli insegnanti, dei presidi e dei genitori.

La politica dei tagli indiscriminati portata avanti dall'esecutivo non condurrà a nessun risultato positivo. “Ieri Berlusconi si è accorto - ha dichiarato Franceschini - che nei prossimi due anni si perderanno 20 milioni di posti di lavoro nei paesi Ocse, ma non si è accorto che già quest'anno 370.000 lavoratori italiani lo hanno perso, senza pensare ai precari che perdendo il lavoro passeranno a reddito zero.

L'espulsione dei precari dal mondo della scuola “si tradurrà nell'attuazione della riforma Gelmini con il suo taglio al tempo pieno, e cioè 'un servizio per le famiglie. Alcune famiglie hanno le spalle larghe e possono affrontare queste nuove difficoltà, per esempio possono pagare la baby-sitter per accudire il pomeriggio i bambini; ma altre non hanno queste spalle. Che senso ha eliminare il tempo pieno".

Infine l'edilizia scolastica. “Ha senso – ha continuato Franceschini - che mentre si parla di un piano per l'edilizia delle case per rilanciare l'economia, il governo non permetta di allentare il Patto di stabilita' interno? Comuni e Province hanno i soldi in cassa e li potrebbero spendere se il governo glielo permettesse”.

“Il governo ci dica tre - ha concluso il leader del Pd - non può rispondere sempre di no. Rinunci all'abrogazione del tempo pieno. Se lo farà noi saremo pronti a confrontarci sui problemi della scuola; se non lo farà troveranno davanti un muro da parte nostra insieme e a fianco del mondo della scuola”.

Ma le proposte del Pd non si fermano qui. Il ha presentato una petizione popolare allo scopo di realizzare una scuola pubblica, di qualità, più autonoma e radicata nel territorio; una scuola che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno, capace di educare al rispetto e alla responsabilità e di rendere effettivo il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito per tutti e per ciascuno. Una scuola più sicura e qualificata per allievi, insegnanti, dirigenti e personale ATA, con adeguate risorse finanziarie e di personale, con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e con interventi per la sicurezza, la funzionalità e il decoro delle strutture scolastiche.

Con la petizione il Pd vuole:

  • una scuola pubblica, di qualità, più autonoma e radicata nel territorio
  • una scuola che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno, capace di educare al rispetto e alla responsabilità e di rendere effettivo il dirittoall’istruzione, costituzionalmente garantito per tutti e per ciascuno
  • una scuola più sicura e qualificata per allievi, insegnanti, dirigenti e personale
    ATA, con adeguate risorse finanziarie e di personale, con la stabilizzazione
    dei rapporti di lavoro e con interventi per la sicurezza, la funzionalità e
    il decoro delle strutture scolastiche.
Per scaricare il modulo per la raccolta firme e ulteriori info: clicca quì

Settimo non rubare Un libro di Paolo Prodi va al cuore della crisi che investe la società europea

«Non rubare». Enunciare ad alta voce il settimocomandamento ne fa emergere la natura particolare rispetto agli altri. Nell’evocazione, infatti, si avverte la sensazione che, a differenza del divieto di adulterio o di atti impuri, questa solenne proibizione non solo continui ad avere un’importanza centrale all’interno della nostra, pur drasticamente aggiornata, morale privata; ma rivesta ancora oggi una cruciale valenza pubblica e civile.
Ed è proprio sulla doppia risonanza del settimo comandamento, sul suo essere a cavallo tra pubblico e privato – e insieme tra dottrina sociale cristiana, democrazia e capitalismo – che Paolo Prodi, professore emerito dell’università di Bologna, ha costruito un intenso volume, edito dal Mulino: Settimo non rubare. Furto e mercato nella storia dell’Occidente (pp. 396, euro 29).

L’animus furandi
Come mai il monito a non rubare abbia svolto un ruolo centrale nella storia europea si capisce analizzando lo spostamento che il significato di questo reato ha subito nel corso dei secoli: si è passati da un concetto di furto statico, basato sulla tradizione biblica e sulla legge naturale, come appropriazione di una “cosa” altrui e violazione del principio fondamentale della giustizia; ad un concetto più ampio e dinamico, in cui esso si configura come «violazione fraudolenta delle concrete regole della comunità umana nel possesso e nell’uso dei beni di questa terra».
Ecco allora che “divieto” diventa il punto in comune tra due mondi autonomi: quello della politica e quello del mercato.
La sua infrazione lede insieme sia la ricerca del profitto intesa come ricerca della ricchezza di una comunità, sia il perseguimento del bene comune. In breve, distrugge il bene/benessere collettivo.

Né liberismo né statalismo
Ragionare sul furto consente di aprire una riflessione di ampio respiro sul rapporto tra mercato e politica. «Simul stabunt aut simul cadent»: capitalismo e democrazia vanno insieme, e l’uno non può vivere senza l’altro. Il rapporto tra politica e mercato è «un fertile dualismo», che è insieme una tensione continua, una vera «rivoluzione permanente». Quando, storicamente, questo legame si è risolto in una perversa simbiosi – come nel colonialismo o nei totalitarismi – i risultati sono stati tragici.
Come drammatici sono gli esiti dell’attuale «mutazione antropologica della società e del suo rapporto con le merci», che ha condotto ad un’egemonia del potere economico sul politico, che potrebbe dar luogo a nuovi rovesci e pericolose fusioni.
Oggi non solo si moltiplicano politici imprenditori e imprenditori politici, ma soprattutto si assiste «ad un ampliamento di una fascia grigia tra pubblico e privato», fatta di «false privatizzazioni, nuovi monopoli, società con capitale pubblico, nella quale si offende quotidianamente il mercato ». In questo panorama, la crisi del rapporto dell’impresa con il contesto sociale in cui opera, l’aumento delle rendite rispetto ai redditi da lavoro, la sperequazione nelle retribuzioni hanno reso ancora più fragili i valori tradizionali della proprietà.
Uscire da questa crisi è possibile attraverso la ricerca di una nuova «separazione tra potere sacro, politico ed economico, nella dialettica tra interesse privato e bene pubblico». Un nuovo dualismo che potrebbe trovare il suo principio di ordine in un antenato affascinante: quella lex mercatoria nata per rivendicare, di fronte alle corti e allo stato-Leviatano, la presenza di norme a protezione delle antiche tradizioni mercantili.
Una sorta di «repubblica internazionale del denaro», ma di segno inverso a quella della finanza globalizzata, basata su bene comune e fiducia, dotata di una sua ideologia e una sua etica che, prendendo il posto dell’universalismo cristiano, ne mantenga la dottrina sociale imperniata sul settimo comandamento.

Una lex mercatoria globale?
Su questa proposta, secondo l’autore, potrebbe nascere anche un rinnovato ruolo pubblico della Chiesa, che, dopo un lungo e positivo processo che l’ha vista aprirsi al mondo economico, accettando la ricchezza pur solo in funzione dello sviluppo della società, ha finito per ripiegarsi, con il Concilio di Trento, nel buio dei “fori” interiori.
Un «gelido silenzio sui temi economici e sulle ingiustizie sociali», a favore di quelli della vita, che altro non è, ieri come oggi, se non il segnale di una perdita di influenza pubblica. Influenza che la Chiesa potrebbe riconquistare, proprio rilanciando la sua dottrina sociale.
Difficile valutare se questo universalismo etico-economico potrebbe avere successo in società plurali e frammentate come quelle attuali. Di certo, un esempio già c’è, visto che, fin dal giorno del suo insediamento, il neopresidente Obama non ha esitato a riutilizzare un nuovo e suggestivo lessico morale in relazione all’economia, di cui anche il nostro paese avrebbe un disperato bisogno. E non è un caso, allora, che lo stesso Obama abbia imposto la restituzione di ciò che era stato acquisito in maniera illegittima: ricorda infatti Prodi che nessuna assoluzione del reato di furto era in passato possibile senza ridare indietro il maltolto, pena un danno permanente alla comunità.
Cosa avverrebbe oggi se qualcuno in Italia parlasse di “avidità” dei manager pubblici e privati? O imponesse il risarcimento immediato dei consumatori truffati da crack finanziari e truffe? Le nostre carceri sono piene di poveri condannati per furto semplice, quando la stessa Chiesa ricordava di attenuare le pene per gli indigenti.
Mentre chi ha violato, e continua a violare, le regole del mercato, resta impunito.

Elisabetta Ambrosi
tratto da : Euorpaquotidiano 26.03.09