Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

.

giovedì 30 luglio 2009

Il segretario del Partito democratico locale sollecita l’intervento dell’ufficio tecnico Capistrello, perdite nella rete idrica



CAPISTRELLO.
Venti perdite d’acqua mettono in crisi il sistema idrico di Capistello e fanno rimanere a secco diversi rubinetti del paese.
A segnalare il forte disagio che stanno vivendo i residenti di Capistrello è il segretario del circolo del Pd locale Alfio Di Battista che, dopo aver ricevuto molteplici segnalazioni da parte di cittadini e conoscenti che abitano in quella zona ha segnalato il problema al Comune che però, a tutt’oggi, non ha risolto il problema. «In tutto il paese sono state contate venti perdite d’acqua. Oltre al dissesto finanziario nel nostro Comune ora c’è anche il dissesto organizzativo», ha spiegato Di Battista. «L’ente è lasciato allo sbando, non c’è controllo e i disagi per i cittadini aumentano di giorno in giorno. Come Pd abbiamo segnalato più volte le perdita del tombino di «ponte rutto» e altre sparse per il paese, sia al commissario ad acta Franca Ferraro, sia ai responsabili dell’ufficio tecnico del comune, facendo presente che in molte case i rubinetti erano rimasti a secco a causa di questa rottura. Purtroppo però», ha continuato il segretario del Pd di Capistrello, «nessuno è andato fino ad ora ad aggiustare queste rotture e in alcuni casi, come per il quartiere Giorgie, i residenti sono costretti a prendere l’acqua dalle fontane pubbliche con mezzi di fortuna».
Mentre la copiosa acqua che fuoriesce dal tombino della fontanella di «ponte rutto» ha messo in crisi i residenti della zona Giorgie, le perdite riscontrate in via Fratta e via Vecchia rischiano di far rimanere a secco i rubinetti della zona della stazione.
Di Battista, conoscendo a menadito i disagi del suo paese, ha fatto un quadro della situazione chiedendo un immediato e risolutivo intervento delle istituzioni.
«I quartieri per ora più a rischio a causa delle perdite sono Georgie e Camerata, ma anche in altri il problema si sta accentuando. Come rappresentante locale del Pd, e come cittadino, auspico un tempestivo intervento dei tecnici comunali». (e.b.)

tratto da : Il Centro 30.07.09 per approfondimenti leggi il post di domenica 26 luglio

mercoledì 29 luglio 2009

Il peccato di essere senza vergogna



UN SINTOMO del grado di sviluppo della democrazia e in generale della qualità della vita pubblica si può desumere dallo stato di salute delle parole, da come sono utilizzate, da quello che riescono a significare. Dal senso che riesconoa generare. Oggi, nel nostro paese, lo stato di salute delle parole è preoccupante. Stiamo assistendo a un processo patologico di conversione del linguaggio a un' ideologia dominante attraverso l' occupazione della lingua. E L' ESPROPRIAZIONE di alcune parole chiave del lessico civile. È un fenomeno riscontrabile nei mediae soprattutto nella vita politica, sempre più segnata da tensioni linguistiche orwelliane. L' impossessamento, la manipolazione di parole come verità e libertà (e dei relativi concetti) costituisce il caso più visibile, e probabilmente più grave, di questa tendenza. Gli usi abusivi, o anche solo superficiali e sciatti, svuotano di significato le nostre parole e le rendono inidonee alla loro funzione: dare senso al reale attraverso la ricostruzione del passato, l' interpretazione del presente e soprattutto l' immaginazione del futuro. Se le nostre parole non funzionano- per cattivo usoo per sabotaggi piùo meno deliberati - è compito di una autentica cultura civile ripararle, come si riparano meccanismi complessi e ingegnosi: smontandole, capendo quello che non va e poi rimontandole con cura. Pronte per essere usate di nuovo. In modo nuovo, come congegni delicati, precisi e potenti. Capaci di cambiare il mondo. Proviamo allora a esercitarci in questo compito di manutenzione con una parola importante e più di altre soggetta allo svuotamento (e alla distorsione) di significato di cui dicevamo. Proviamo a restituire senso alla parola vergogna. Nell' accezione che qui ci interessa la vergogna corrisponde al sentimento di colpa o di mortificazione che si prova per un atto o un comportamento sentiti come disonesti, sconvenienti, indecenti, riprovevoli. È una parola da ultimo molto utilizzata al negativo: per escludere, sempre e comunque, di avere alcuna ragione di vergogna o per intimare agli avversari - di regola con linguaggioe toni violenti- di vergognarsi. La forma verbale "vergognatevi" è oggi spesso utilizzata nei confronti di giornalisti che fanno il loro lavoro raccogliendo notizie, formulando domande e informando il pubblico. Sembra dunque che vergognoso sia vergognarsi. La vergogna e la capacità di provarla appaiono qualcosa da allontanare da sé, una sorta di ripugnante patologia dalla quale tenersi il più possibile lontani. Sulla questione Blaise Pascal la pensava diversamente, attribuendo alla capacità di provare vergogna una funzione importante nell' equilibrio umano. Nei Pensieri leggiamo infatti che «non c' è vergogna se non nel non averne». In tale prospettiva è interessante soffermarsi sull' elencazione, che possiamo trovare in qualsiasi dizionario, dei contrari della parola. Troviamo parole come cinismo, impudenza, protervia, sfacciataggine, sfrontatezza, sguaiataggine, spudoratezza, svergognatezza. Volendo trarre una prima conclusione, si potrebbe dunque dire che il non provare mai vergogna, cioè il non esserne capaci, è patologia caratteriale tipica di soggetti cinici, protervi, sfacciati, spudorati. Al contrario, la capacità di provare vergogna costituisce un fondamentale meccanismo di sicurezza morale, allo stesso modo in cui il dolore fisiologico è un meccanismo che mira a garantire la salute fisica. Il dolore fisiologico è un sintomo che serve a segnalare l' esistenza di una patologia in modo che sia possibile contrastarla con le opportune terapie. La ritardata o mancata percezione del dolore fisiologico è molto pericolosa e implica l' elevato rischio di accorgersi troppo tardi di gravi malattie del corpo. Così come il dolore, la vergogna è un sintomo, e chi non è capace di provarla - siano singoli o collettività - rischia di scoprire troppo tardi di avere contratto una grave malattia della civilizzazione. Qualsiasi professionista della salute mentale potrebbe dirci che le esperienze vergognose, quando vengono accettate, accrescono la consapevolezza e la capacità di miglioramento, e in definitiva costituiscono fattori di crescita. Quando invece esse vengono negate o rimosse, provocano lo sviluppo di meccanismi difensivi che isolano progressivamente dall' esterno, inducono a respingere ogni elemento dissonante rispetto alla propria patologica visione del mondo, e così attenuano il principio di realtà fino ad abolirlo del tutto. Come ha osservato una studiosa di questi temi - Francesca Rigotti - l' azione del vergognarsi è solo intransitiva e non può mai essere applicata a un altro. Io posso umiliare qualcuno ma non posso vergognare nessuno. Sono io che mi vergogno, in conseguenza di una mia azione che avverto come riprovevole. Pertanto la capacità di provare vergogna ha fondamentalmente a che fare con il principio di responsabilità e dunque con la questione cruciale della dignità. Diversi autori si sono occupati alla vergogna. La parola è presente in alcuni bellissimi passi di Dante e ricorre circa trecentocinquanta volte in Shakespeare. Ma è davvero interessante registrare cosa dice della vergogna Aristotele nell' Etica Nicomachea. «La vergogna non si confà a ogni età, ma alla giovinezza. Noi infatti pensiamo che i giovani devono essere pudichi per il fatto che, vivendo sotto l' influsso della passione, sbagliano, e lodiamo quelli tra i giovani che sono pudichi, ma nessuno loderebbe un vecchio perché è incline al pudore, giacché pensiamo che egli non deve compiere nessuna delle cose per le quali si ha da vergognarsi». - GIANRICO CAROFIGLIO

Repubblica — 28 luglio 2009 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA

domenica 26 luglio 2009

Alle perdite di bilancio si aggiungono anche le perdite d'Acqua.



Da circa un mese il tombino della fontanella di "ponte rutto" presenta una vistosa e copiosa perdita d'acqua (vedi video) .
Uno spreco senza senso, speriamo che qualcuno intervenga al più presto per riparare la perdita. Come Pd abbiamo segnalato più volte la perdita al Comune ma al momento senza risultati.
Attendiamo fiduciosi che "qualcuno" intervenga.


domenica 19 luglio 2009

Capistrello, dichiarato il dissesto finanziario


Il Comune di Capistrello non è più in grado di assolvere alle funzioni e ai servizi definiti indispensabili, e inoltre ha dei crediti nei confronti di terzi pari a un milione e seicento mila euro ai quali non riesce a far fronte. La soluzione a questi problemi è solo una: la dichiarazione di dissesto finanziario.
Il commissario ad acta Franca Ferraro (nella foto), dopo sei mesi di lavoro nel Comune, non ha avuto altra scelta se non quella di applicare l’articolo numero 244 del Testo unico del 2000.
«Nei mesi passati ho esaminato centinaia di volte i conti del Comune», ha spiegato il commissario «ma purtroppo non sono riuscita a trovare un’altra soluzione. E’ stata una decisione sofferta e meditata a lungo, ma ormai questo Comune non era più in grado di garantire i servizi alla cittadinanza».
E così ieri mattina la dottoressa Ferraro, che è commissario del Comune di Capistrello dal febbraio scorso, ha incontrato gli ex amministratori comunali per presentargli tutta la documentazione e renderli partecipi di questa scelta, già prospettata lo scorso anno
dalla giunta Scatena.
«Il Comune di Capistrello ha un milione e 600 mila euro di debiti», ha continuato la dottoressa Ferraro. «Abbiamo provato con delle soluzioni alternative, come la rateizzazione o la copertura al 100 per cento della tassa sui rifiuti (Tarsu), ma non c’è stato nulla fare anche perché i creditori restano comunque troppi. Ho comunicato a tutti i cittadini questa notizia attraverso una lettera e, ad inizio settimana, invierò tutta la documentazione agli organi competenti in materia».
Una volta arrivate le pratiche al ministero, un apposito organo tecnico, nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, redigerà un piano di estinzione con il quale verrà azzerato il debito, mentre il Comune inizierà una nuova vita finanziaria. (e.b.)

tratto da : Il Centro 19.07.09

lunedì 13 luglio 2009

PD, GRILLO: DA OGGI SONO ISCRITTO AL PARTITO


ROMA - "Da oggi sono iscritto al Pd". Così Beppe Grillo annuncia a Sky Tg 24 l'iscrizione al Partito Democratico, condizione per correre per la segreteria al prossimo congresso.

Grillo racconta di essersi "iscritto al Pd questa mattina ad Arzachena" e ironizza sulla contrarietà espressa nel Pd alla sua corsa per la leadership: "Ho fatto la domanda sia on line che fisicamente, ho dato i 16 euro di quota. Poi se troveranno che il terzo comma, del quarto paragrafo bis... ne pagheranno le conseguenze". Il partito "é un vaso comunicante, travasiamo un po' di cittadini dentro la politica" dice il comico genovese. "Riempiamo un vuoto - ribadisce il comico genovese - che dura da vent'anni. Un vuoto di finta opposizione, di comitati d'affari, di 'fassini', di 'dalemini', di gente inesistente che sta lì e non si capisce perché e cosa hanno fatto". Poi nel corso dell'intervista a Sky Tg 24 spiega che desidera "un partito serio, che sia di destra o di sinistra non mi interessa" e le sue declinazioni: "'e' il partito del parlamento pulito, il partito del conflitto di interesse, delle concessioni televisive. Deve diventare il partito delle cinque stelle e parlare di acqua pubblica e non privata". Rivolgendosi agli attuali dirigenti del Pd Grillo attacca: "Non hanno detto niente sull'energia nucleare, non hanno detto niente sull'acqua che viene privatizzata dalle società quotate in borsa. Non si parla di energie rinnovabili, di edifici passivi, di wi-fi libero e gratuito". "Loro sopravvivono - incalza Grillo -perché sono chiusi dentro il loro loft con le sovvenzioni statali. C'é bisogno di far entrare aria fresca. Sono al buio e ammuffiti, si sente odore di naftalina. Dicono cose che non hanno senso ed esilaranti".

tratto da : Ansa.it

sabato 11 luglio 2009

UN EROE BORGHESE". RICORDO DI GIORGIO AMBROSOLI



Oggi ricorre il trentesimo anniversario dell’assassinio di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona.

Un servitore dello Stato che in nome della legalità affrontò con rigore e senso del dovere quel coacervo di irregolarità e collusioni che coinvolgeva la finanza, la politica e la mafia. Di fronte ai tentativi di corruzione e alle minacce di morte non arretrò di un passo.

In un’Italia segnata dal malaffare dei poteri forti Ambrosoli continuò a fare il proprio lavoro pur essendo consapevole dei rischi ai quali andava incontro: È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di far qualcosa per il Paese”.

Al suo funerale non partecipò nessun rappresentante delle istituzioni.

Il suo sacrificio è una delle più significative testimonianze dell’Italia per bene, che ogni giorno, al lavoro, in famiglia, nella società, pratica la legalità. Giorgio Ambrosoli è una delle figure più belle della storia recente del nostro Paese. Chi è stato testimone di questa vicenda ha il dovere di ricordare l’uomo e il suo insegnamento. Le nuove generazioni dovrebbero conoscerne la storia. Sono questi i modelli a cui il nostro Paese dovrebbe guardare.

M.Bentivogli

chi era Giorgio Abrosoli

Il Senato respinge l’emendamento Pd, nessun beneficio in provincia

Lusi e Legnini lanciano accuse al centrodestra Confcommercio chiede di far slittare al 2012 i rimborsi delle tasse

L’AQUILA. La Zona franca urbana in provincia dell’Aquila non si farà. Il Senato ha bocciato l’emendamento Pd. Confcommercio chiede intanto di far slittare al 2012 la restituzione delle tasse. I «no» alla Zona franca sono stati 141. I «sì» 114. Un senatore si è astenuto. La provincia dell’Aquila non sarà Zona franca urbana (Zfu). Lo strumento, introdotto nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea, intende favorire la «rinascita» di comprensori depressi o degradati. Per esempio consentendo, a chi si avventura in nuove attività, di usufruire di agevolazioni fiscali e previdenziali per i primi cinque anni. Una misura che i senatori Luigi Lusi, Giovanni Legnini e Franco Marini consideravano essenziale per il riscatto socio-economico della provincia, dove oltre ai comuni terremotati si trovano realtà alle prese con drammi occupazionali (Valle Peligna su tutte). Prima del voto al Senato, l’emendamento del Pd al «Disegno di legge sviluppo» sembrava a un passo dall’approvazione. Soprattutto dopo che la Commissione bilancio aveva individuato i soldi. Alla fine, però, il Senato non ha accolto l’emendamento. Scatenando la reazione del senatore marsicano Lusi e del chietino Legnini. Entrambi hanno accusato i colleghi abruzzesi del centrodestra di essersi astenuti o di avere votato contro gli emendamenti al disegno di legge sullo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese che istituivano e finanziavano la Zona franca urbana. «Gli emendamenti 3.1 e 3.2 a nostra firma e del presidente Franco Marini», affermano Legnini e Lusi, «rappresentano una delle istanze base che tutte le categorie produttive chiedono per i comuni che hanno subìto danni diretti o indiretti a causa del sisma del 6 aprile scorso. E’ incredibile il comportamento scomposto dei senatori della destra abruzzese che non rispondono alle esigenze di tutela delle popolazioni terremotate. Come si spiegherebbe altrimenti la non partecipazione al voto del senatore Fabrizio Di Stefano su entrambi gli emendamenti, la non partecipazione al voto e il voto contrario del senatore Andrea Pastore, l’astensione e la non partecipazione al voto del senatore Filippo Piccone, il voto dichiaratamente contrario a entrambi del senatore Paolo Tancredi? A oggi, dopo tante promesse e a distanza di tre mesi, nessuna concreta misura e nessuna strategia sono state adottate per la ripresa produttiva. E’ utile», concludono gli esponenti del Pd, «che gli abruzzesi sappiano che noi continueremo a fare proposte ragionevoli. I senatori di centrodestra, compresi gli abruzzesi, continuano invece a votare contro senza spiegare neanche il perché. Il capo ordina e loro si adeguano mentre i problemi degli abruzzesi si aggravano». A questo punto si spera di ottenere benefici almeno sul fronte fiscale. Confcommercio sollecita «correttivi» al decreto che impone la restituzione delle tasse - sospese dopo il terremoto - a partire dal 2012 e non da gennaio 2010. «Presenteremo un apposito emendamento», sottolinea Celso Cioni, direttore provinciale dell’associazione, «per evitare conseguenze insostenibili all’intero sistema delle attività produttive aquilane nel cratere. Gli operatori economici aquilani hanno il sacrosanto diritto di vedere riconosciuta la propria condizione di popolazione terremotata, alla stessa stregua di quelle umbre-friulane che negli anni scorsi hanno dovuto subire e affrontare la medesima drammatica situazione».


tratto da : Il Centro 10.07.09

mercoledì 8 luglio 2009

L’Aquila nella storia In Abruzzo per tre giorni i grandi della terra


L’AQUILA. Oggi L’Aquila e l’Abruzzo entrano nella storia e il capoluogo diventa capitale del mondo. Sul cuore ferito di una regione orgogliosa, per tre giorni, saranno puntati i riflettori di tutto il pianeta. E quella che fino a tre mesi fa era una solo un’austera scuola per sottufficiali della Guardia di finanza, oggi appare come una fortezza inespugliabile, pronta ad accogliere i grandi della terra. È qui che fino a venerdì saranno affrontati i principali temi, dall’economia al clima, dalla fame nel mondo al disarmo. Per un terribile scherzo del destino la tragedia del terremoto dell’Aquila, con i suoi 307 morti e 1.500 feriti, offre un’opportunità di rilancio da non sprecare.
Fuori dalle mura una città blindata, in assetto di guerra, con una presenza massiccia delle forze dell’ordine. Ogni piccolo spostamento viene monitorato, passato al setaccio, tra perquisizioni e metal-detector. Sono due le città che si guardano negli occhi: da un lato la fortezza inespugnabile di Coppito, dall’altra la precarietà delle tendopoli. Gli sfollati scrutano con distacco i grandi preparativi del vertice. Sotto sotto sperano in una occasione di rinascita, ma per loro l’interesse primario è superare i disagi e tornare alla normalità. Poter vivere con un tetto sicuro sulla testa senza l’incubo di nuove scosse. I GRANDI DELLA TERRA. Dentro le mura i grandi della terra: Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d’America, Dmitrij Medvedev, presidente della Russia, il presidente francese Nikolas Sarkozy, alloggiati tutti nella stessa palazzina, Angela Merkel, cancelliere della Germania, il primo ministro del Canada Stephen Harper, il primo ministro del Giappone, Taro Aso, il primo ministro del Regno Unito, Gordon Brown, più il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Presiede il vertice Silvio Berlusconi. Il capo del governo italiano, d’intesa con il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha deciso lo spostamento del G8, inizialmente previsto alla Maddalena in Sardegna, subito dopo il terremoto. Un cambio di sede rischioso che però viene considerato un’opportunità importante, su cui scommettono entrambi nella prospettiva del rilancio di un territorio devastato il 6 aprile scorso dal terremoto. IL VERTICE. Il G8 è alla sua 35esima edizione e avrà una struttura particolare: nel corso dei lavori gli otto saranno affiancati infatti dai Capi di Stato e di Governo del G5+1 (Messico, India, Brasile, Cina e Sudafrica) oltre all’Egitto. Prevista la presenza anche di altri Paesi, per un numero totale di 29. IL PROGRAMMA DI OGGI. Si riuniscono i leader del gruppo degli 8 più Barroso, e il presidente di turno della comunità europea, lo svedese Fredrik Reinfeldt. Dalle 13 alle 15 colazione di lavoro sull’economia mondiale. In particolare, si discuterà sui segnali di fine recessione, regolamentazioni finanziarie e il round di Doha sul commercio globale. A seguire è prevista la foto di gruppo degli 8 leader. Dalle 15.30 alle 19.30 la sessione lavoro su temi globali: cambiamenti climatici, aiuti e sviluppo. Prevista una dichiarazione sulla crisi finanziaria, commercio, cambiamenti climatici e aiuti. OBAMA E BERLUSCONI. Alle 17.30 il premier Berlusconi e il presidente Obama faranno un giro nelle zone terremotate dell’Aquila. Previsti incontri bilaterali. Alle 20.30 il pranzo di lavoro su temi politici internazionali con particolare attenzione a Medio Oriente, Iran, Corea del Nord, pirati somali, terrorismo e proliferazione nucleare. LA PRESENTAZIONE. Il Premier Silvio Berlusconi parla di «un G8 che parte sotto i buoni auspici «grazie al il miglioramento dei rapporti fra Usa e Russia che premia anche gli sforzi dell’Italia». Commenta con grande soddisfazione «il messaggio di papa Benedetto XVI che porterò ai leader in cui il Santo Padre elogia la scelta di trasferire il vertice all’Aquila». «Non c’è pericolo per i rischi di eventuali terremoti perché gli edifici sono antisismici», precisa il Premier, il quale è ottimista sui temi che vanno dal dal terrorismo alla sicurezza alimentare, ma riconosce che esistono questioni ancora aperte a partire dai dossier del clima per arrivare alle nuove regole per l’economia e la finanza mondiale passando per. il dossier iraniano su cui esistono posizioni distinte dei grandi.

tratto da : Il Centro 08.07.09