Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

.

venerdì 26 settembre 2008

Pensiero sbrigativo

L'articolo che segue, di Michele Serra è uscito qualche giorno fa su La Repubblica, mi ha colpito molto e vi consiglio di leggerlo - mi è piacita molto l'espressione "pensiero sbrigativo" un'espressione di sintesi che racchiude in se, la nuova attidudine delle destre a voler semplificare tutto dando risposte sbrigative a problemi che per la loro complessità richiederebbero analisi, strumenti, metodi, tempo etc. - ma per la politica diventata format, la "nuova" parola d'ordine è semplificazione.
Augusto B.

Il mondo facile della politica format
di MICHELE SERRA

La campagna per il ritorno alla maestra unica, al di là dei propositi contingenti di "risparmio", aiuta a riflettere in maniera esemplare sulle ragioni profonde delle fortune politiche della destra di governo, e sulle sue altrettanto profonde intenzioni strategiche. Sono intenzioni di semplificazione. Se la parola-totem della sinistra, da molti anni a questa parte, è "complessità", a costo di far discendere da complesse analisi e complessi ragionamenti sbocchi politici oscuri e paralizzanti, comunque poco intelligibili dall'uomo della strada, quella della destra (vincente) è semplicità.
La pedagogia e la didattica, così come sono andate evolvendosi nell'ultimo mezzo secolo, sono avvertite come discipline "di sinistra" non tanto e non solo per il tentativo di sostituire alla semplificazione autoritaria orientamenti più aperti, e a rischio di permissivismo "sessantottesco". Sono considerate di sinistra perché complicano l'atteggiamento educativo, aggiungono scrupoli culturali ed esitazioni psicologiche, si avvitano attorno alla collosa (e odiatissima) materia della correttezza politica, esprimono un'idea di società iper-garantita e per ciò stesso di ardua gestione, e in buona sostanza attentano al desiderio di tranquillità e di certezze di un corpo sociale disorientato e ansioso, pronto ad applaudire con convinzione qualunque demiurgo, anche settoriale, armato di scure.
In questo senso la proposta Gelmini è quasi geniale. L'idea-forza, quella che arriva a una pubblica opinione sempre più tentata da modi bruschi, però semplificatori, è che gli arzigogoli "pedagogici", per giunta zavorrati da pretese sindacali, siano un lusso che la società non può più permettersi. Il vero "taglio", a ben vedere, non è quello di un personale docente comunque candidato - una volta liquidati i piloti, o i fannulloni, i sindacalisti o altri - al ruolo di ennesimo capro espiatorio. Il vero taglio è quello, gordiano, del nodo culturale. La nostalgia (molto diffusa) della maestra unica è la nostalgia di un'età dell'oro (irreale, ma seducente) nella quale la nefasta "complessità" non era ancora stata sdoganata da intellettuali, pedagogisti, psicologi, preti inquieti, agitatori politici e cercatori a vario titolo del pelo nell'uovo. Una società nella quale il principio autoritario era molto aiutato da una percezione dell'ordine di facile applicazione, nella quale il somaro era il somaro, l'operaio l'operaio e il dottore dottore. Una società che non prevedeva don Milani, non Mario Lodi, non Basaglia, ovviamente non il Sessantotto, e dunque, nella ricostruzione molto ideologica che se ne fa oggi a destra, è semplicemente caduta vittima di un agguato "comunista".
In questo schemino, semplice ed efficace, la cultura e la politica, a qualunque titolo, non sono visti come interpreti dei conflitti, ma come provocatori degli stessi. Se la pedagogia "permissiva" esiste, non è perché il disagio di parecchi bambini o la legnosità e l'inadeguatezza delle vecchia didattica richiedevano (già quarant'anni fa) di essere individuati e affrontati, ma perché quello stesso problema è stato "creato" da un ceto intellettuale e politico malevolmente orientato alla distruzione della buona vecchia scuola di una volta. Insomma, se la politica è diventata un format, come ha scritto Edmondo Berselli la sua parola d'ordine è semplificazione.
Per questa destra popolare, e per il vasto e agguerrito blocco sociale che esprime, la complicazione è un vizio "borghese" (da professori, da intellettualoidi, beninteso da radical-chic, e poco conta che il personale scolastico sia tra i più proletarizzati d'Italia) che non possiamo più permetterci, e al quale abbiamo fatto malissimo a cedere. Non solo la pedagogia, anche la psicologia, la sociologia, la psichiatria, nella vulgata oggi egemone, non rappresentano più uno strumento di analisi della realtà, quanto la volontà di disturbo di manipolatori, di rematori contro, di attizzatori di fuochi sociali che una bella secchiata d'acqua, come quella della maestra unica, può finalmente spegnere. La lettura quotidiana della stampa di destra - specialmente Libero, da questo punto di vista paradigma assoluto dell'opinione pubblica filo-governativa - dimostra che il trionfo del pensiero sbrigativo, per meglio affermarsi, necessita di un disprezzo uguale e contrario per il pensiero complicato, per la massa indistinta di filosofemi e sociologismi dei quali i nuovi italiani "liberi" si considerano vittime non più disponibili, per il latinorum castale di politici e intellettuali libreschi, barbogi, causidici, che usano la cultura (e il ricatto della complessità) come un sonnifero per tenere a freno le fresche energie "popolari" di chi ne ha le scatole piene dei dubbi, delle esitazioni, della lagna sociale sugli immigrati e gli zingari, sui bambini in difficoltà, su chiunque attardi e appesantisca il quotidiano disbrigo delle dure faccende quotidiane. Già troppo dure, in sé, per potersi permettere le "menate" della sinistra sull'accoglienza o il tempo pieno o i diritti dei gay o altre fesserie.
La sinistra ha molto di che riflettere: la formazione culturale e perfino esistenziale del suo personale umano (elettorato compreso) è avvenuta nel culto quasi sacrale della complessità del mondo e della società, con la cultura eletta a strumento insostituibile di comprensione anche a rischio di complicare la complicazione... Ma non c'è dubbio che tra il rispetto della complessità e il narcisismo dello smarrimento, il passo è così breve che è stato ampiamente fatto: nessuna legge obbliga un intellettuale o un politico a innamorarsi dell'analisi al punto di non rischiare mai una sintesi, né la semplificazione - in sé - è una bestemmia (al contrario: proprio da chi ha molto studiato e molto riflettuto, ci si aspetterebbe a volte una conclusione che sia "facile" non perché rozza o superficiale, ma perché intelligente e comprensibile). Ma la posta in gioco è molto più importante del solo destino della sinistra. La posta in gioco - semplificando, appunto - è il destino della cultura, degli strumenti critici che rischiano di diventare insopportabili impicci. Se questa destra continuerà a vincere, a parte il marketing non si vede quale delle discipline sociali possa sperare di riacquistare prestigio, e una diffusione non solo castale o accademica. Perché è molto, molto più facile pensare che l'umanità e la Terra siano stati creati da Dio settemila anni fa (cosa della quale è convinta ad esempio la popolarissima Sarah Palin) piuttosto che perdere tempo e quattrini studiando i fossili e l'evoluzione. È molto più rassicurante, convincente, consolante pensare che le buone maestre di una volta, con l'ausilio del cinque in condotta e di una mitraglia di bocciature, possano mantenere l'ordine e "educare" meglio i bambini ipercinetici, e consumatori bulimici, che la televisione crea e che la propaganda di destra ora lascia intendere di poter distruggere, perché è meglio avere consumatori docili (clienti, come dice Pennac) piuttosto che cittadini irrequieti. È meglio avere certezze che problemi.
È molto più semplice pensare che il mondo sia semplice, non fosse che per una circostanza incresciosa per tutti: che non lo è. Il mondo è complicato, l'umanità pure, i bambini non parliamone neanche. Se le persone convinte di questo obbligatorio, salutare riconoscimento della complicazione non trovano la maniera di renderla "popolare", di spiegarla meglio, di proporne una credibile possibilità di governo, di discernimento dei principi, dei diritti, dei bisogni fondamentali, diciamo pure della democrazia, vedremo nei prossimi decenni il progressivo trionfo dei semplificatori insofferenti, dei Brunetta, delle Gelmini, delle Palin. Poi la realtà, come è ovvio, presenterà i suoi conti, sprofondando i semplificatori nella stessa melma in cui oggi si dibattono i poveri complicatori di minoranza. Nel frattempo, però, bisognerebbe darsi da fare, per sopravvivere con qualche dignità nell'Era della Semplificazione, limitandone il più possibile i danni, se non per noi per i nostri figli che rischiano di credere davvero, alla lunga, al mito reazionario dei bei tempi andati, quando la scuola sfornava Bravi Italiani, gli aerei volavano senza patemi, gli intellettuali non rompevano troppo le scatole e la cultura partiva dalla bella calligrafia e arrivava (in perfetto orario) alla più disciplinata delle rassegnazioni. Cioè al suo esatto contrario.


La Repubblica 24 settembre 2008

venerdì 19 settembre 2008

L' Anticorruzione? Senza sede e telefoni Critiche dall' Ocse

Succede in Italia, l' Alto comissariato è stato soppresso a giugno.

Il team di Brunetta: contatti con la Finanza. Lettera da Parigi al governo: l' Italia spieghi perché la struttura è stata chiusa dopo quattro anni

MILANO - L' Ocse, l' «Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo Economico» con sede a Parigi, mette sotto osservazione l' Italia per la soppressione dell' «Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle forme di illecito nella pubblica amministrazione», abolito per decreto legge il 25 giugno dal governo Berlusconi, che poi con un altro decreto il 5 agosto ha conferito le sue funzioni al «ministero per la Pubblica amministrazione» a partire dal 22 agosto. In una lettera formale, il competente gruppo di lavoro dell' Ocse esprime la sua preoccupazione per l' iniziativa italiana che chiude un' esperienza durata 4 anni e 4 commissari (Tatozzi, Ferrante, Serra e Grimaldi): uno stop nel quale peraltro già il 7 luglio anche il Consiglio d' Europa (con il «Greco», cioè il «Gruppo di Stati contro la corruzione» presieduto dallo sloveno Drago Kos), aveva paventato «spiacevoli conseguenze». Ospite ieri a Milano di un seminario scientifico all' Università statale proprio sui modelli elaborati dall' Ocse nella lotta alla corruzione, il presidente di questo gruppo di lavoro, lo svizzero Mark Pieth, professore di diritto penale a Basilea, non ha voluto entrare nel merito della lettera, ma ne ha confermato l' esistenza e inquadrato la genesi: «Sia ben chiaro che per noi ogni Paese ha la libertà di organizzare come vuole le articolazioni che pone a presidio dell' anticorruzione. Ma è essenziale che, se c' è un cambio di organizzazione, il Paese membro dell' Ocse spieghi che cosa lo ha determinato e in che cosa dovrebbe produrre miglioramenti». Come già ha messo nero su bianco il «Greco» del Consiglio d' Europa, anche Pieth rimarca che, nello spirito Ocse, l' eliminazione della struttura anticorruzione non sarebbe infatti una perdita solo per l' Italia ma anche per tutti gli altri Paesi dell' organizzazione, rappresentando (come è giunto a scrivere Drago Kos) un possibile «cattivo esempio» per le posizioni di altri Stati sotto esame. Che, nel caso dell' Ocse, di recente sono Sudafrica, Slovenia, Corea e anche la Gran Bretagna per un rimescolamento di assetti del «Serious Fraud Office». La presa di posizione del gruppo di lavoro dell' Ocse - chiarisce Pieth - ha dunque tre stadi: «Facciamo presente che era stata l' Italia stessa a rappresentarci più volte questa struttura come essenziale all' anticorruzione; esprimiamo preoccupazione per la sua abolizione; e chiediamo spiegazioni». Entro metà ottobre: prima della riunione in cui tutti i Paesi potranno incalzare con domande l' Italia. C' è poco tempo, dunque, e il nuovo assetto italiano dovrà darsi una mossa e accelerare (sempre che basti) almeno il passaggio di consegne con l' ex struttura soppressa, che al momento sembra avvenuto solo sulla carta. Il ministero di Brunetta, al cui «Dipartimento della funzione pubblica» la legge riassegna l' anticorruzione, afferma che i contatti con la Guardia di finanza restano continui anche se si è ancora alle prese con problemi pratici come la ricerca d' una sede (locali del Demanio a Trastevere) e il travaso nel personale di un direttore generale, due magistrati come esperti e una decina di addetti. Poi - e la questione ancora ieri non era risolta nelle vischiosità burocratiche con la Presidenza del Consiglio, entro la quale era inquadrato l' Alto commissariato abolito - ci sono da riallacciare telefoni e collegamenti Internet, subito staccati di là ma non ancora operativi qui. In prospettiva il ministero punta a integrare la nuova anticorruzione con il proprio già esistente ispettorato (che si occupa di ritardi, inadempienze e doppio lavoro): al momento, però, informa un avviso nel sito Internet, anche «l' attività dell' ispettorato è momentaneamente sospesa per trasferimento di sede». Del vuoto tra l' unità già cancellata e la nuova non ancora attrezzata, è perfetta immagine il numero verde 800 583850, tuttora indicato sul sito dell' Alto commissario. A un cittadino che intenda denunciare una tangente, oggi risponde un messaggio automatico: «Spiacenti, il numero selezionato è inesistente». lferrarella@corriere.it * * * La struttura La nascita L' «Alto commissariato per la prevenzione e il contrasto della corruzione» viene istituito nel 2004 dal governo Berlusconi Gli obiettivi Sul modello di analoghe strutture presenti all' estero, scopo dell' Alto commissariato è prevenire e contrastare la corruzione e le altre forme di illecito nella pubblica amministrazione. L' ultimo governo Berlusconi ha conferito le sue funzioni al ministero per la Pubblica amministrazione

Ferrarella Luigi

Pagina 25
(16 settembre 2008) - Corriere della Sera

mercoledì 17 settembre 2008

Progetti Integrati Territoriali - programmazione 2007-2013


Nell’ambito della nuova programmazione POR – FESR 2007-2013
sono state presentate le linee guida dei nuovi P.I.T. - Progetti Integrati Territoriali per il periodo 2007-2013


Si stanno svolgendo in questi giorni una serie di incontri promossi dalla presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, sui Piani Integrati Territoriali (PIT). Dopo l'appuntamento ad Avezzano dell’11 settembre alla presenza del projet management per l’area marsicana dei PIT, Fabrizio Amatilli c’è stato un secondo incontro a L'Aquila, il 12 settembre, alle ore 17,00 presso la sala consiliare "2 giugno", in Piazza della Prefettura. Nel corso delle Assemblee di partenariato la Provincia a chiamato a raccolta Comuni, Comunità montane, Associazioni di categoria, sindacati ed enti portatori di interessi, per recepire indicazioni e suggerimenti per investire in maniera efficace le risorse assegnate alla provincia dell'Aquila dalla Comunità Europea.

Sul territorio provinciale arriveranno, infatti, quasi 18 milioni di euro, su un totale di 55 milioni previsti per la regione Abruzzo. Al comparto aquilano spetteranno 6.287.934 euro. Una somma destinata a raddoppiare, dal momento che i PIT prevedono una compartecipazione dei privati. Al termine degli incontri, che si svolgeranno sull'intero territorio- il prossimo e' previsto a Sulmona- la Provincia redigerà un documento di programmazione integrata, sulla scorta delle indicazioni fornite dagli attori locali e dai portatori di interesse diffuso. La proposta di programmazione sarà poi inviata alla Regione Abruzzo per l'approvazione e solo successivamente saranno emananti i bandi per accedere ai finanziamenti.

Tre gli assi portanti su cui roteranno i PITsono :


* l'innovazione tecnologica,
* la produzione di energia da fonti rinnovabili
* sviluppo dei territori montani.


Per approfondimenti e info: Programma operativo Regionale POR - FESR 2007-2013

lunedì 15 settembre 2008

Grande successo della campagna"Salva l'Italia"




Approfittiamo dello spazio del blog per ringraziare quanti tra cittadini, amici, simpatizzanti , militanti, del PD di Capistrello e dei diversi paesi della Marsica (Avezzano, Civitella, Morino, Tagliacozzo, Cappadocia, Castellafiume, ecc.) hanno risposto, numerosi all'appello per la raccolta firme che il Partito Democratico ha promosso in occasione della manifestazione nazionale indetta per il 25 ottobre a Roma. La petizione ha al centro due questioni: la difesa delle regole democratiche contro le forzature e le leggi sbagliate del governo; la lotta per far ripartire l'Italia, cominciando da stipendi e pensioni.

Il pulman del PD sarà presente in Abruzzo i giorni 15-16 - uniche tappe nella Marsica i l giorno 15 nei paesi di Capistrello e Pescina.

per info. "Salva l'Italia"

domenica 14 settembre 2008

Marketing Territoriale

"Interventi di marketing territoriale nella Provincia dell’Aquila” – Bando di gara con procedura aperta per l’affidamento di servizi di promozione turistica e territoriale. Termine di presentazione delle domande prorogato al 30 Settembre 2008.

L’Amministrazione Provinciale dell’Aquila, intende utilizzare al meglio le risorse assegnate con la Delibera CIPE 35/05 per l’attivazione di un progetto di marketing territoriale di cui alla Deliberazione di Giunta Provinciale n.181 del 28.12.2007 relativo alla promozione e valorizzazione turistica del territorio e basato sull’adozione di strategie di marketing e strumenti
di promozione integrati, finalizzati a qualificare l’offerta turistica della provincia.
L’Amministrazione, tramite le iniziative promozionali da realizzare, di tipologia e natura diverse tra loro, ma con un unico riferimento di base, lo sviluppo turistico, intende attivare un vero e proprio percorso, partecipato e condiviso, tra soggetti pubblici, operatori turistici, sportelli informativi per il turismo, locali e decentrati, al fine di creare una rete di interventi volta a promuovere le peculiarità territoriali.
Tale rete di interventi promozionali alimenterà, in sostanza, una campagna di comunicazione integrata da cui possano emergere in forma originale le particolarità del turismo in Provincia dell’Aquila ed essere rese visibili nel panorama nazionale ed internazionale del mercato turistico globale.
Le attività di comunicazione oggetto del presente bando saranno concentrate e rivolte verso le seguenti categorie primarie di possibili interlocutori, diretti e indiretti:
  • Cittadini;
  • Turisti (attuali e potenziali);
  • Operatori turistici e imprenditori delle comunità locali interessati al mercato turistico indotto;
  • Operatori economici,P.M.I. e imprenditori già operativi oppure interessati ad insediarsi nel territorio provinciale;

A tal fine è prevista la realizzazione di iniziative volte a valorizzare i distinti tematismi dell’offerta globale provinciale, da
intendersi nelle seguenti specificità :
  • storico-museale, culturale, archeologica;
  • enogastronomica;
  • religiosa, legata a manifestazioni religiose e a luoghi di pellegrinaggio e culto;
  • “ambientale” o caratterizzata dalla realtà dei “Parchi”, intesa anche come agriturismo, turismo rurale, turismo naturalistico e di “vacanza attiva” ( trekking, turismo equestre, cicloturismo, ecc.;
  • legata alle attività studentesche, scolastiche e giovanili;
  • legata al turismo congressuale e fieristico;
Inoltre, è ritenuta di notevole importanza la valorizzazione delle vocazioni di specifiche aree e comprensori provinciali, quali ad esempio, l’area Marsicana, la Valle Peligna e l’Alto Sangro, le aree Parco e pre Parco dei tre Parchi presenti in Provincia, le zone pedemontane e i relativi caratteristici borghi (Area del Gran Sasso d’Italia, del Sirente, dell’Altopiano di Navelli, del Carseolano, della Valle Subequana ecc.), le aree lacustri, i bacini sciistici.
Il processo di valorizzazione del territorio, fortemente voluto dall’amministrazione provinciale, comprende diverse iniziative già finanziate, riguardanti: il miglioramento dell’accessibilità (con interventi di adeguamento funzionale e strutturale delle viabilità di accesso alle zone con elevate potenzialità turistiche); il potenziamento delle strutture sportive e ricreative (potenziamento comprensori sciistici per lo sci di fondo, realizzazione percorsi escursionistici, completamento di
centro sportivo); la valorizzazione del patrimonio naturalistico (interventi per il miglioramento della fruibilità del sistema 2 “ambiente laghi”); l’ampliamento dell’offerta di accoglienza turistica (progetto “Albergo diffuso”, progetti di ristrutturazione e riutilizzazione Case Cantoniere dismesse).
Il progetto di Marketing Territoriale, oggetto della gara, ha come obiettivo quello di mettere a sistema l’intera gamma di interventi finanziati e di presentare il “prodotto” territorio sul mercato nazionale e internazionale con proposte interessanti per i turisti e con peculiarità appetibili per gli investitori del settore.

per ulteriori info. e modulistica : www.provincia.laquila.it

sabato 13 settembre 2008

Abruzzo - approvate le nuove misure per il Piano di Sviluppo Rurale


Con la riforma della politica strutturale europea per il periodo 2007-2013 si ha una distinzione della Politica di Coesione Economica e Sociale dalle Politiche di Tutela del Territorio.

Da oggi, la Politica Agricola Comune (PAC) ha vita autonoma dalla politica regionale con la quale l'Unione Europea persegue l’obiettivo di ridurre il divario socio-economico esistente tra le varie Regioni che la costituiscono, per intenderci quella dei Fondi Strutturali.

Con la riforma, la PAC si basa su di un quadro unico che poggia su due pilastri.

Il FEAOG (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia), che rientrava nel quadro dei Fondi Strutturali, viene sostituito dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA, il “Primo Pilastro”) e dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR, il “Secondo Pilastro”), che ne eredita la sezione Orientamento.

Rientrano, dunque, nelle Politica di Coesione Economica e Sociale per il periodo 2007 – 2013 i Fondi Strutturali: Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), Fondo Sociale Europeo (FSE) e Fondo di Coesione, mentre con il Regolamento (CE) n. 1290/2005 la Politica Agricola Comune e Sviluppo Rurale per il periodo 2007 – 2013, assieme alla Politica per la Pesca, viene scorporata dalla Politica di Coesione Economica e Sociale.

Tutte le misure di sviluppo rurale del territorio nazionale di ciascun stato membro dell’Unione avranno come punto di riferimento un unico Fondo, il FEASR, istituito per erogare da un’unica fonte i finanziamenti di tutte le misure destinate al “Secondo Pilastro”. Esso finanzierà, in gestione condivisa con gli Stati membri, tutti i vari Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) elaborati da ciascuna regione. Il FEASR sarà un fondo autonomo, con una sua specifica autorità di gestione ed un proprio apparato.

-------------------------------------------------------------------------------------------------
"Al via dunque entro il 15 settembre prossimo, i bandi per il Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013. Si tratta di misure molto attese, come quella che riguarda l'insediamento dei giovani agricoltori. Ci sono dei bonus importanti e di priorità - ha spiegato l'Assessore Verticelli - e poi investimenti per accrescere il valore dell'azienda, per tecnologie, per valorizzare i prodotti, e ancora investimenti per l'informazione. Nello specifico, si tratta di ben sette misure: Raccolta delle proposte di servizi formativi (euro 6.000.000), insediamento dei giovani agricoltori (euro 41.000.000), prepensionamento (euro 1.400.00), accreditamento delle strutture erogatrici del servizio di consulenza agricola e forestale (euro 4.900.00), interventi di ammodernamento nelle aziende agricole (euro 45.000.000), presentazione delle domande per l'accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli (euro 12.000.000), ricostituzione del potenziale produttivo forestale e interventi preventivi (euro 2.840.000"

per ulteriori info: http://www.regione.abruzzo.it/agricoltura/Default.htm

mercoledì 10 settembre 2008

"Salva L'Italia"



Lunedì 15 settembre , fra le ore 18.15 e le ore 20.00, il pulman del Partito Democratico che sta girando tutta Italia per la petizione contro il Governo Berlusconi, sarà a Capistrello in via Roma nei pressi del monumento degli Alpini all'altezza dell'incrocio per Castellafiume e Pescocanale, (vedi mappa) vieni a firmare anche Tu, ti aspettiamo.

PD Capistrello

http://www.partitodemocratico.it/

“Salva l'Italia!”. S'intitola così la petizione che il Partito Democratico ha promosso e che partirà dal fine settimana per concludersi il 25 ottobre, in occasione della manifestazione nazionale indetta dal partito. La
petizione ha al centro due questioni: la difesa delle regole democratiche contro le forzature e le leggi sbagliate del governo; la lotta per far ripartire l'Italia, cominciando da stipendi e pensioni.

Il governo si occupa del Premier e ignora stipendi e pensioni.
Siamo preoccupati per l’Italia. Il nostro è un Paese fermo, che non cresce. Milioni di famiglie italiane sono e si sentono sempre più povere, soprattutto quelle a reddito fisso spendono troppo per vivere e fanno fatica a far quadrare i conti alla fine del mese. Invece di pensare a come uscire da questa crisi, invece di tutelare i risparmi e il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi degli italiani, invece di impegnarsi a garantire la loro sicurezza, il governo Berlusconi si preoccupa solo
delle vicende personali del premier, riportando il Paese al tempo dei conflitti istituzionali, delle leggi ad personam e della confusione tra interessi privati e cosa pubblica.

Il governo contro i diritti, la giustizia, la Costituzione•
Il primo provvedimento del governo è stato il tentativo, fallito grazie alle opposizioni, di salvare Rete4 dalle sentenze europee.
• Il governo vuole introdurre il reato di immigrazione clandestina. In questo modo centinaia di migliaia di persone, irregolari per colpa della legge Bossi-Fini ma che già lavorano come badanti, colf e operai, rischiano di essere consegnate all’illegalità.
• Per i bambini rom non integrazione e scuola, ma impronte digitali e schedatura.
• Il governo vuole togliere alle indagini sulla criminalità la possibilità di usare lo strumento prezioso delle intercettazioni telefoniche.
• Avanzando la proposta di bloccare per un anno i processi per i cosiddetti “reati minori” (crimini odiosi come l'estorsione, l'usura, il furto, lo stupro, lo sfruttamento della prostituzione, il traffico di rifiuti, vari casi di omicidio colposo) il governo ha
dimostrato che pur di fermare un singolo processo in cui è imputato Silvio Berlusconi è pronto a sfasciare la macchina della giustizia e ad impedire che gravi reati siano perseguiti e chi ne é accusato possa difendersi. Per la stessa ossessiva preoccupazione, ha imposto al Parlamento di approvare in pochi giorni il “Lodo Alfano”, costituzionalmente discutibile, che sottrae in maniera automatica il Presidente del Consiglio a qualsiasi tipo di processo giudiziario che dovesse riguardarlo.
• Anche il Parlamento è sotto attacco: su una manovra di finanza pubblica di portata triennale il governo ha dimostrato l’evidente volontà di comprimere i tempi della discussione, cambiando in corsa le regole del gioco ed espropriando di fatto le Camere delle loro prerogative.

Il governo contro le famiglie•
Il governo non ha destinato un solo euro all’aumento di stipendi, salari e pensioni.
• Avevano promesso di tagliare le tasse invece aumenteranno ancora dello 0,2%: 7 miliardi di euro l'anno, circa 350 euro l'anno in più a famiglia.
• Parlano tanto di togliere ai ricchi per dare ai poveri ma il prelievo su banche, assicurazioni e imprese del settore energetico finiranno per pagarlo i cittadini con l’aumento dei prezzi. E in più i soldi che entrano allo Stato non verranno spesi per chi ha bisogno: solo 200 milioni per la “card” agli anziani (due euro al mese per chi ha una pensione inferiore a 1000 euro) sugli
annunciati 5 miliardi di entrate.
• Invece di eliminare gli sprechi e riorganizzare le pubbliche amministrazioni, il governo taglia infrastrutture, sicurezza, scuola,sanità e Mezzogiorno.
• Per gli investimenti 10 miliardi in meno.
• Per la sicurezza, dietro la demagogia di 3 mila militari nelle strade delle città, ridotte le risorse per i corpi di Polizia, con un taglio di quasi 30 mila uomini e donne nell'arco della legislatura.
• Per la scuola 8 miliardi di euro tagliati e 150 mila tra personale non docente e insegnanti in meno.
• Per la sanità altri 8 miliardi di tagli alle Regioni, che saranno costrette a reintrodurre i ticket su farmaci e prestazioni.
Non è questo il governo che il Paese merita.
Non sono queste le scelte di cui gli italiani hanno bisogno.
Non è così che l’Italia avrà crescita e giustizia sociale.

sabato 6 settembre 2008



2008 d.C. - La Repubblica ademocratica italiana

di Fabristol
http://fabristol.wordpress.com/2008/08/01/2008-dc-la-repubblica-ademocratica-italiana/

Spulciando tra i blog della rete ho trovato questo interessantissimo articolo che potete anche leggere direttamente dal Blog di Fabristol all'indirizzo di cui sopra. Augusto B.

Noi italiani all’estero abbiamo una visione privilegiata di quello che sta succedendo in Italia. Ci penso spesso a quello che sta accadendo e mi sono fatto questo quadro.

Molti dicono che c’è una dittatura strisciante in corso, alcuni parlano di soft-dictatorship. Ma in realtà sono termini fuorvianti. Non c’è alcun dittatore né ora né in futuro. E non è di certo Berlusconi indicato sempre come capro espiatorio da molta sinistra. La dittatura presuppone un dittatore che prende il potere a discapito della maggioranza e la perseguita.

Quello che sta succedendo è una malattia sociale. Non è la regina che ha più potere, è l’intero formicaio che ha preso il potere. Cioé qui non c’è un gruppo oligarchico che prende il potere a discapito della maggioranza; qui c’è la maggioranza che a colpi di sondaggi, umori da bar, pettegolezzi e piccole vendette decide la politica nazionale.

Il fascismo è una malattia pubblica, collettiva, popolare non del singolo dittatore. Mussolini era l’incarnazione dell’italiano medio di quell’epoca, e in questo senso faceva gli interessi di quel popolo italiano. Era il popolo ad essere fascista non solo il dittatore. Il problema degli storici di sinistra degli ultimi 50 anni è stato quello di accostare i fascismi del novecento a dittature monarchiche pre- eraindustriale non massificate. Nerone non ha niente a che fare con Mussolini perché Nerone muoveva i propri interessi personali. Mussolini era un’esigenza di pancia degli italiani.

Mussolini era l’Italia. L’Italia fascista ha forgiato Mussolini, non il contrario.

Il gruppo politico che ora abbiamo al potere, quello che ora chiamiamo casta, è vero che si comporta da gruppo privilegiato, ma in realtà è una creatura degli italiani. Non solo ma rispetto alle oligarchie o aristocrazie del passato (con cui francamente ha poco in comune) l’oligarchia odierna è dinamica, permeabile, cangiante: chiunque può far parte della casta, chiunque può uscire dalla casta. Non esistono più classi sociali là dove i comunisti continuano a vederle. Operai, lavoratori, ricchi sono parole senza senso in questo mondo massificato. Chiunque può accedere all’Eden della celebrità, chiunque può arrivare alla casta. E’ questa permeabilità che permette ai pettegolezzi da bar, alle opinioni delle massaie di arrivare nelle camere alte del potere.

E’ il bello e il brutto della democrazia voi direte. Sì è vero che il bello della democrazia è che ognuno può essere eletto, ma a mio parere una democrazia funziona solamente quando chi si candida abbia le carte giuste per essere eletto: cioé qui parlo di meritocrazia, di istruzione, di educazione civica che evidentemente nelle “democrazie” moderne come quella italiana non esistono.

Qui non c’e’ qualcuno che ha preso il potere. Qui ci sono delle persone che hanno rinunciato ad una parte di esso. Come si puo’ accusare di omicidio il leone che si mangia i corpi degli agnelli che si sono volontariamente suicidati ai suoi piedi? Chi e’ l’assassino in un suicidio di massa?

Ecco allora perche’ nessuno riuscira’ mai ad individuare un dittatore in questa non-dittatura. Allora se non e’ piu’ democrazia come chiamarla?

Non lo so. Questo non e’ compito mio, gli storici o gli analisti dei prossimi anni troveranno dei termini adatti. So solo che questa non e’ una democrazia.