Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

.

mercoledì 30 settembre 2009

Il voto in 6.095 congressi dei Circoli Pd


Hanno votato in 385.117:
Bersani 216.130, Franceschini 137.172, Marino 29.303

La “Commissione nazionale per le elezioni del 25 ottobre” rende noti i risultati relativi a 6.095 congressi che hanno interessato 675.705 iscritti pari all’81,9% del totale nazionale degli iscritti al Partito Democratico. Si tratta dei risultati trasmessi, alla data di oggi, dalle organizzazioni locali del PD.

Votanti 385.117 pari al 56,99% degli iscritti aventi diritto.

Voti validi 382.605

Pier Luigi Bersani 216.130 voti pari al 56,49%

Dario Franceschini 137.172 voti pari al 35,85%

Ignazio Marino 29.303 voti pari al 7,66%

Questi dati (385.117 votanti) confermano una straordinaria partecipazione delle iscritte e degli iscritti che per la trasparenza, la qualità democratica del dibattito politico e la diffusione territoriale, non ha eguali nel nostro Paese e non solo. Questa partecipazione è anche un segnale incoraggiante per le primarie del 25 ottobre.

La Commissione nazionale rende pubblici, a questo prposito, i dati trasmessi relativi alle singole regioni. La prossima comunicazione avverrà sulla base dei risultati definitivi certificati dalle commissioni provinciali per il congresso.

Risultati Assemblee dei circoli PD per Regioni

L'economia tra zona franca e fondi europei



* di Luigi Lusi
(in foto)

Non passa giorno che in Abruzzo non si parli di terremoto e di crisi aziendali: Sevel, Micron, Oliit, Magneti Marelli, Transcom e molte altre. Drammatica la situazione italiana: -1,6% gli occupati, -18,2% la produzione industriale, -3% gli investimenti, -24,2% l’export delle Regioni; un quadro da brivido. Ancora più drammatica la situazione abruzzese. L’ultimo rapporto di Bankitalia per l’Abruzzo (giugno 2009) registra un bollettino di guerra: 60% delle aziende abruzzesi in sofferenza, fatturato contratto in media del 14%, riduzione della produzione manifatturiere del 10%. La crisi abruzzese ha le stesse cause della crisi globale, ma con alcune aggravanti: terremoto, difficoltà dell’export dei settori dei mezzi di trasporto e del tessile, forte concorrenza della Cina.
La totalità degli indicatori congiunturali abruzzesi segna dunque risultati decisamente negativi. La continua chiusura delle aziende, la conseguente disoccupazione, l’aumento esponenziale dell’utilizzo della Cig, un apparato industriale debole e la conseguente ridotta competitività, uniti al calo dell’export hanno reso l’Abruzzo più esposto alla crisi mondiale. Queste difficoltà hanno colpito anche le imprese più strutturate che nel passato avevano garantito la tenuta dei livelli industriali ed occupazionali della regione. La situazione diventa ancora più grave se ci si concentra sulla provincia dell’Aquila colpita dall’implosione demografica e settoriale e dall’esaurimento del modello di sviluppo esogeno. Il sisma ha ulteriormente peggiorato la situazione provocando, tra gli altri, uno shock economico legato a 4 tipologie di danni: diretti (per la distruzione del capitale), indiretti (per la sospensione del ciclo degli affari), indotti (per costi di stock e di flusso che hanno un impatto aggregato sull’intera economia), psicologici (perdita di identità per alcune categorie di popolazione). Di fronte a questo scenario, poniamoci un interrogativo siloniano: «Che fare?». La via principale per uscire dalla crisi sta nella tenuta dei consumi e del mercato del lavoro, così da
garantire capacità di spesa anche in presenza di una crescita della disoccupazione. I comportamenti degli individui, delle imprese e dei consumatori da un lato, e delle politiche economiche che nei prossimi mesi verranno adottate dall’altro, saranno le condizioni per il superamento della crisi. La drammatica situazione dei territori dell’Aquilano impone di passare subito a un’economia del terremoto, possibile solo se le imprese locali riusciranno a svolgere un ruolo chiave nella ricostruzione. Requisiti essenziali: sistema finanziario efficiente, azione condivisa, snellezza burocratica, efficienza operativa, trasparenza. L’economia dell’Aquila è a un bivio: con la Zona franca urbana (Zfu) potrà migliorare il futuro solo se le risorse finanziarie assegnate dal governo saranno aumentate rispetto alle briciole attuali (45 milioni di euro totali, e non per anno, dal 2009 al 2012); se ciò non accadesse L’Aquila diventerà una città morta, e con essa i Comuni contigui, senza alcuna possibilità di ripartire.
Urge utilizzare al più presto: gli 83 milioni dei fondi Por Fers destinati ai territori del cratere, le risorse aggiuntive della misura 87.2B, specifica per i territori colpiti dalle calamità naturali, da utilizzare con celerità e oculatezza evitando gli errori del passato, e riaprire la misura 87.3C per le aree fuori dal cratere. S’impone la costruzione di un progetto economico nuovo, liberato da ogni cultura assistenzialistica che punti sulle tante risorse esistenti, si rivolga alle fasce più innovative e moderne della società, sviluppi il sistema della formazione come investimento strategico integrato tra formazione professionale, scuole, università, centri di ricerca e strutture di eccellenza.
In Abruzzo da tempo si investe poco. Eppure vi sono settori produttivi ad alta vocazione territoriale come l’Ict (Information comunication technology) e il Farmaceutico, strutturalmente molto legati all’università e alla ricerca, nei confronti dei quali il governo deve saper prospettare politiche contenenti pacchetti di proposte attrattive per le imprese.
La ripresa e il ritorno alla competitività per l’Abruzzo, allo sviluppo non solo economico ma anche sociale, è possibile solo se la legislatura regionale, con il doveroso contributo del governo nazionale (quale miglior occasione quando le due maggioranze sono omogenee politicamente per dimostrare agli abruzzesi che si lavora per loro?), si farà carico di problemi strutturali e procederà a riformare quanto di obsoleto ancora (molto) esiste e frena l’innovazione. Tali scelte devono riguardare in primis la sanità e il ridisegno dei confini economici e degli assets produttivi del nostro territorio. Rendere il territorio abruzzese, terremotato e non, competitivo e attrattivo, ricco di nuove energie e competenze culturali ed economiche. Questo è l’imperativo, per ottenere il quale, oltre a sanare le ferite brutali del terremoto, non è più rinviabile la scelta di convergere verso una prospettiva di sviluppo, scevra da attese messianiche, facendo della ricostruzione e del riordino dei conti regionali l’occasione per un nuovo Rinascimento abruzzese.

* Senatore Pd e vice presidente della commissione Bilancio
tratto da : Il Centro 29.09.09

domenica 27 settembre 2009

Domenica 27 settembre Sala Ottaviani ore 16.00
1° Congresso di Circolo del PD di Capistrello

interverranno :

Il sen. avv. Luigi LUSI
Il consigliere regionale dott. Giovanni D'Amico
Il segretario di Circolo Alfio Di Battista

dopo la presentazione delle mozioni congressuali, si procederà alle operazioni di voto a partire dalle ore 17.00 fino alle ore 21.00

domenica 13 settembre 2009

Verso il congresso




Martedì 15 settembre ore 20.30 presso la sede del PD in via roma , riunione di circolo.


ordine del giorno :

1) relazione del segretario sul regolamento per il congresso.
2) candidature per la convenzione provinciale.
3) varie ed eventuali




per scaricare le mozioni dei tre candidati al congresso nazionale alla segreteria del PD clicca sui nomi dei candidati

Dario Franceschini Pierluigi Bersani Ignazio Marino




________________________________________


martedì 8 settembre 2009

Soldi e successo senza fatica, così il pigro si gode la vita



tratto dal: Corriere della Sera 07-09.09

Una volta la parola «pigrizia» mi sembrava una espressione invec­chiata, un giudizio fuori moda, non un vero e proprio vizio come l’invidia.
Ve­dendo un giovane che non studia, che bi­ghellona, che non cerca un lavoro io, co­me molti altri, pensavo a una protesta adolescenziale, alla noia della scuola, al­lo sconforto di fronte alle difficoltà di trovare occupazione.

Oggi invece mi rendo conto che in cer­te persone la pigrizia è un abito menta­le, un modo di mettersi in rapporto con gli altri e con il mondo.
Nella sua essen­za è la tendenza a realizzare i propri de­sideri senza fare fatica.
Ma proprio nes­suna. Non gli basta ottenere il risultato col minor sforzo possibile.

Il pigro mette il risparmio di fatica al primo posto, alla base delle sue decisio­ni. Se una cosa gli costa molto impegno, non la fa. E questo vale tanto per la fati­ca fisica come per la fatica mentale. Per­ciò non programma il futuro, lo immagi­na, lo fantastica. Sogna di avere un buon lavoro, una famiglia, il successo, ma non predispone i mezzi per ottener­lo. Rimanda. Se è giovane e lo mantengo­no i genitori, resta in famiglia, trova mille giustificazioni per non uscirne. Se riesce ad avere un lavoro sedentario si accontenta. Se arriva in un posto di co­mando vi si adagia. Talvolta ingrassa, si appesantisce e tutto allora gli diventa ancora più faticoso, anche cambiare ca­sa, anche fare un viaggio. Rimanda. Qualche volta rimanda anche di pagare i debiti, i mutui, i prestiti, le multe. Spe­ra che gli altri se ne dimentichino.
I pigri cercano soluzioni a breve, che si ottengono subito. A vederli così lenti e paciosi penseresti che sono anche te­naci, pazienti. No, se vogliono una cosa la vogliono immediatamente e senza muovere un dito. Per il pigro vale vera­mente la massima «pochi maledetti e subito». Il suo ideale è ricevere i soldi a casa senza lavorare e che ci sia sempre qualcuno che provvede a lui. Il vero pi­gro adora le abitudini, le comodità. Quando le ha conquistate vi si crogiola e non le vuole lasciare. Quando gli chie­dono di fare qualcosa risponde di sì per­ché è più complicato dire di no. Tanto poi non lo fa. Naturalmente, come ogni essere umano vuole anche essere ap­prezzato, stimato, e lo infastidiscono le critiche che riceve perché è in ritardo sulle consegne o perché non ha mante­nuto la promessa. Per difendersene mente, inventa una scusa, dice una bu­gia. Spesso la prima che capita. Poi, per pigrizia, talvolta la dimentica.

Francesco Alberoni

sabato 5 settembre 2009

Un grande classico del Di Giampietro


Sì, lo so, rischio di diventare petulante ma l’autunno alle porte ci regala infinti spunti di cronaca e poche certezze, invece, per di più negative.
Ambasciator non porta pena, è risaputo e quindi sono libero di esternare un commento che è conseguenza diretta di quanto sono venuto a sapere poche ore fa.
Non posso non scrivere, sarebbe censura e perciò eccomi qua: l’argomento è un classico
per il sottoscritto ma definirlo tale anche per l’intera zona non mi sembra eccessivo.
Sei lettere, una garanzia si sarebbe detto una volta.
Ora, forse, sarebbe il caso di scrivere: sei lettere, un incubo.
E già, come molti di voi avranno già capito, ci sono novità negative dalla Micron (le sei lettere a cui mi riferivo erano queste) che propone anche un mistero, tanto per non farci mancare niente. Sembra proprio che gli ultimi, positivi sviluppi agostani non abbiano avuto seguito visto che a ottobre nello stabilimento marsicano del colosso americano farà di nuovo capolino la Cig, sigla che sta per CASSA INTEGRAZIONE guadagni.
Guai in vista quindi, conseguenza anche del fatto che i fondi per gli investimenti da parte dell’azienda sono tuttora pura utopia e che la crisi economica generale è ben lungi dal salutarci (checché se ne dica). E così in mezzo ci finisce anche la ex Maccaferri che in base agli ultimi sviluppi non sembra essere proprio fuori dal baratro, anzi.
Si lavora perché nessuno saluti la comitiva. Speriamo bene.
Facciamo anche un po’ di gossip e così passiamo e chiudiamo definitivamente sulla questione Micron: sembra che il direttore generale del colosso americano, e parliamo di Galbiati, stia per fare le valigie, destinazione USA. Pare che l’incarico presso la casa madre sia già bello che pronto. Intanto da noi incomincia a bussare la Samsung che prenderà i suoi provvedimenti, purtroppo…
Sibillino ma non troppo lascio le note dolenti lavorative e mi tuffo in qualcosa di altrettanto dolente ma sociale; parliamo di torte. Una nuova rubrica? La fame che si impossessa del nostro direttore bohemien? Una passione smisurata per i dolci? Niente di tutto questo.
La torta ingolosisce e lo hanno capito anche le forze dell’ordine e da tempo ormai; e allora in settimana hanno dato una bella pulita in un settore molto sporco. Mi riferisco ovviamente ai vari sequestri ed arresti nel mercato della droga. Un perfetto mix di marsicani ed extra comunitari che ha partorito una zona ad alto rischio… dipendenza.
Un perfetto mix fra mafia e ricostruzione che, invece, ha (ri)aperto la nostra zona alle collusioni mafiose. La torta del post terremoto può diventare anche più dolce di quella della droga e in molti l’avevano già capito. Anche in questo caso, però, l’intervento delle forze dell’ordine è stato tempestivo e provvidenziale.
Lo so, al tirar delle somme il mio Punto dipinge purtroppo un quadro d’insieme desolante.
Senza lavoro, senza principi morali e con poca rettitudine.

COSI’ NON TI VOGLIAMO,MARSICA!

tratto da : http://www.marsicanews.it/