Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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mercoledì 17 novembre 2010

Distretti rurali, passo avanti

Nasce una commissione per promuovere lo sviluppo della Marsica - NINO MOTTA


AVEZZANO. C’è voluta la caparbietà del commissario della Comunità montana marsicana, Stefano Di Rocco, per strappare alla Provincia l’impegno ad attuare la legge regionale che prevede l’istituzione del distretto rurale. Quella legge, che demandava alle Province il compito di individuare l’area, per cinque anni è rimasta sulla carta.
Solo a Teramo un gruppo di lavoro ha condotto uno studio sulle attività del territorio. Ma di agricoltura, è
stato osservato, c’è poco e niente.
Nell’incontro, svoltosi nella sede dell’ente comunitario, ad Avezzano, è stata istituita una commissione che dovrà occuparsi del caso. La Provincia, per bocca dei consiglieriGianluca Alfonsi e Felicia Mazzocchi, si è impegnata a procedere con rapidità, per non perdere i finanziamenti previsti dall’Ue per lo sviluppo agricolo delle aree interne. Un decreto legislativo del 2001, oltre ai distretti rurali, prevede anche l’istituzione di distretti agroalimentari di qualità. I primi prevedono un’integrazone tra attività agricole e altre attività locali; i secondi la promozione di prodotti tradizionali e tipici. Che nella Marsica potrebbero essere le carote, l’olio extravergine d’oliva, le castagne, le mele. La loro istituzione spetta alle Regioni. Alcune, come la Toscana e il Veneto, hanno colto immediatamente questa opportunità. Altre sono rimaste a guardare, nonostante «i contratti di distretto» e «di filiera», previsti da un decreto legislativo del 2008, facilitassero l’accesso ai finanziamenti.
La Regione Abruzzo, con la legge 18 del 2005, ha dato facoltà alle Province di indicare le aree interessate al distretto rurare, riservando a sé l’individuazione e l’istituzione dei distretti agroalimentari di qualità. Col risultato che tutto è ancora in alto mare. Dall’incontro promosso dal commissario della Comunità montana, su input di un imprenditore marsicano, Gianni Gatti, che ha parlato della sua esperienza in Toscana, è partito un severo monito a Regione e Provincia a non perdere altro tempo.
Erano presenti il presidente del Consorzio di bonifica, Francesco Sciarretta, e rappresentanti delle associazioni di categoria. Pochi, purtroppo, i sindaci. Eppure il problema riguarda tutti i comuni del comprensorio. Di particolare interesse gli interventi di Sergio Iacoboni, dell’Arssa, e di Luca Cannistrà, esperto di problemi agricoli. Il primo ha fatto un’approfondita analisi dei distretti agroalimentari che «nascono sullo stesso ceppo di quelli industriali» e che «non possono prescindere dal territorio», il secondo si è ampiamente soffermato sui «contratti di distretto» e di «filiera», che danno la possinbilità alle imprese di accedere ai finanziamenti. Si possono avere fino a 50 milioni. Per ottenerli però bisogna presentare i progetti. Ma come si fa a presentarli se prima i distretti non vengono istituzionalizzati? Un interrogativo che chiama direttamente in causa la Regione.

tratto da : Il Centro.it 16-11-2010

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