Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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lunedì 3 novembre 2008

E questa gente vuole...rialzare l'Abruzzo ma perfavore!!!


Domenica di fuoco, quella di ieri. Giornata nera per i vertici del Popolo delle Libertà che questa mattina alle 9 dovranno chiarire tutto altrimenti diranno addio alla competizione elettorale.

L'esclusione non è definitiva in quanto l'Ufficio deciderà oggi dopo avere avuto i chiarimenti ed esaminato le integrazioni documentali richiesti.
Il partito in piena fibrillazione ha però ostentato tranquillità. Per il candidato presidente Gianni Chiodi «si tratta di irregolarità formali sanabili. Il centrosinistra non si illuda che un risultato elettorale che appare scontato possa essere alterato a tavolino tramite cavilli e formalismi».
Dello stesso avviso i due coordinatori regionali Fabrizio Di Stefano («errori chiaribili») e Filippo Piccone (il centrosinistra sta facendo sciacallaggio politico»).
La non ammissione del listino del candidato presidente della Regione del Pdl, Gianni Chiodi, si porterebbe dietro la non ammissione delle quattro liste collegate: Liberal Socialisti, Mpa, e la civica Rialzati Abruzzo che comprende Dc e Abruzzo Futuro…
La vittoria verrebbe consegnata così ai contendenti rimasti, per la legge dei numeri sulla carta al centrosinistra.

I MOTIVI DELL'ESCLUSIONE

Secondo quanto hanno chiarito i responsabili dell'Ufficio elettorale ci sarebbero carenze in ordine ai sottoscrittori delle candidature del listino che comprende il presidente e altri sette nominativi.
Secondo la legge un listino deve avere minimo 1.750 firme a sostegno. Al Pdl ne sono state riconosciute valide 1.680; altre 267 sono state annullate.
Sostanzialmente gli errori riscontrati dall'Ufficio elettorale centrale sono di tre tipi e «non riguardano firme irregolari ma questioni formali», come ha spiegato Fabrizio Di Stefano.
La maggior parte di queste firme (circa 190) è stata annullata perché manca o non é ben visibile il timbro dell'ente di appartenenza dell'autenticatore; sono presenti firma e qualifica.
Secondo Di Stefano «si tratta di un errore facilmente sanabile, come avvenuto in casi analoghi, con un'attestazione di chi ha autenticato».
Il secondo tipo di errore riguarda la mancanza della qualifica di chi ha autenticato e sarebbe stato riscontrato su una trentina di firme.
Il terzo errore, sulle rimanenti firme, è nei certificati di iscrizioni alle liste elettorali di alcuni dei sottoscrittori nei comuni di Celano (L'Aquila) e Teramo: rilasciati su carta intestata non presentano timbro dell'ente.

CHIARIREMO TUTTO

La frase più inflazionata di ieri è stata «chiariremo tutto». A riportare la calma sono stati proprio i vertici di partito che se in privato non hanno dimostrato una calma britannica, in pubblico hanno ostentato tranquillità e minimizzato l'esclusione momentanea. «Si tratta di un episodio deprecabile che sarebbe stato meglio evitare al fine di scongiurare strumentalizzazioni di parte», ha detto ancora Di Stefano.

LA DESTRA: «INTERVENGA LA MAGISTRATURA»

E le critiche non sono di certo mancate. «La lista Chiodi in Abruzzo è nel caos più totale», ha commentato Francesco Storace de La Destra. «Non aveva torto, dunque, Teodoro Buontempo nel segnalare pasticci, stupidamente contraddetti da chi li ha causati». E poi Storace ha avanza un dubbio: «certo è che se non conoscono le leggi elettorali, come fanno a dire di poter governare la Regione...Contro la legge lo ha già fatto Del Turco».
I dubbi di Buontempo, invece, erano arrivati già sabato pomeriggio, quando la decisione dell'ufficio elettorale non era stata ancora presa.
Il candidato de La Destra aveva auspicato addirittura l'intervento della magistratura «per accertare le eventuali violazioni di legge che sarebbero state consumate all'interno dei locali della Corte d'Appello dell'Aquila».
Secondo il racconto dell'esponente di destra «gli esponenti del PdL, alle ore 12,00 di sabato erano privi della lista dei candidati e dei relativi documenti necessari per la sua presentazione. Alle 12,15, per vie misteriose», ha continuato Buontempo, «mentre tutti gli accessi dovevano essere chiusi, sono stati fatti entrare i moduli per la presentazione della lista del PdL e su quei moduli, che contenevano le firme necessarie per la convalida della lista stessa, sarebbe stato cambiato il nome di uno o più candidati. Poiché le firme vengono raccolte a sostegno di una lista, se questa è stata alterata le firme stesse non avrebbero più alcuna validità».
Quanto denunciato, ha poi spiegato Buontempo «sarebbe riscontrabile attraverso un filmato in possesso della Rai, che la magistratura dovrebbe subito acquisire».
Esisterebbe, poi, anche un altro filmato, registrato con un cellulare, che dimostrerebbe «che lista e documenti sarebbero entrati nella Corte d'Appello dopo le ore 12 e che la lista presentata sarebbe diversa da quella sottoposta ai sottoscrittori della lista stessa».



DI PIETRO (IDV): «PDL HA VIOLATO LA LEGGE»

«Il Pdl ha commesso gravi irregolarità, sia amministrative che penali, nella presentazione delle liste per le elezioni in Abruzzo. E l'Italia dei Valori è in possesso di prove documentali, fotografiche e video, già trasmesse alle autorità competenti», ha fatto sapere Antonio Di Pietro.
Secondo l'ex pm di Mani Pulite «è stato cambiato all'ultimo minuto, quando si era ormai nell'impossibilità di raccogliere le firme, il nome di qualche candidato. E la riprova c'é con la conferenza stampa del giorno prima, in cui il Pdl aveva indicato i propri candidati, diversi da quelli poi presentati. Insomma, le sottoscrizioni sono state raccolte a nome di un candidato e attribuite a un altro candidato, e questo si chiama falso. Il Pdl – ha concluso Di Pietro - vuole andare a governare l'Abruzzo, dopo tutto quello che è successo in quella Regione, e già il giorno prima della campagna elettorale viola le leggi. Non è proprio un bel biglietto da visita».
Il senatore Alfonso Mascitelli si è chiesto, invece, se nelle fila del Pdl ci sia incapacità o conflitto interno: «O il Pdl non ha neppure gli strumenti per predisporre regolarmente una lista elettorale, e quindi dubito della capacità di governo della stessa forza politica - scrive Mascitelli -; oppure in casa Pdl si è consumata una vendetta interna che dimostra il livello di conflittualità e di confusione presente nel partito».
Intanto, in attesa della decisione finale del giudice, ieri pomeriggio l'Idv si è riunita con i propri legali: «c'é ovviamente la decisione e la volontà politica di presentare ricorso in caso di riammissione della lista del Pdl, ma ci pronunceremo solo dopo l'ultimo verdetto».

UDC: «VIGILEREMO»

Anche l'Udc, lasciata fuori proprio dal Pdl per una possibile alleanza oggi promette battaglia: «vigileremo», ha detto Cesa, «affinché non avvengano nei loro confronti né interferenze né intimidazioni. Sarebbe incomprensibile che dopo l'esclusione delle liste Udc in Trentino, in Abruzzo venga presa una decisione diversa per il PDL. Ci auguriamo- ha concluso il segretario centrista - che non si usino due pesi e due misure a seconda dei casi».
Ma poco dopo ha replicato ancora Di Stefano: «noi non siamo come il caso del Trentino. In quel caso alcuni candidati non avevano autenticato le loro firme. Da noi c'è una semplice omissione di timbro».

PROBLEMI ANCHE PER ALTRE LISTE

Ma il Pdl non è solo in queste ore a sperare di risolvere il grave problema.
L'Ufficio elettorale centrale, infatti, ha escluso dalle consultazioni regionali in Abruzzo del 30 novembre e primo dicembre prossimi anche il listino di Alleanza Federalista Lega Nord, Per il Bene Comune e Forza Nuova.
Il movimento guidato dall'europarlamentare Roberto Fiore, candidato presidente, non è stata presentata perché una guardia giurata presente in garitta non avrebbe consentito l'accesso ai delegati alla presentazione, motivando la sua decisione con l'orario: troppo tardi rispetto a quanto previsto dalla legge.
Forza Nuova sta presentando ricorso chiedendo all'Ufficio elettorale centrale il permesso di presentazione con modalità e tempi che vorrà stabilire.
«Erano le 11.59», ha replicato Marco Forconi. «Il funzionario non è il depositario dell'orario di Greenwich, e non si capisce per quale recondito motivo doveva essere il suo orologio a segnare l'ora esatta, e non quelli dei presentatari. La verità è un'altra: in un modo o nell'altro, le liste di Forza Nuova dovevano essere escluse».
«Siamo tranquilli. Presenteremo domani mattina puntuali le nostre controdeduzioni alla non ammissione in via provvisoria della nostra lista regionale Alleanza Federalista-Lega Nord alle prossime elezioni», ha detto Leopoldo Rossini. «Siamo tranquilli - ha aggiunto -: la contestazione della Corte d'Appello riguarda l'arrivo in Tribunale con lieve ritardo di uno dei due rappresentanti di lista. Ma siamo fiduciosi di poter superare tale obiezione».

Tratto da Primadanoi on-line - di Alessandra Lotti 03/11/2008 8.04

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