Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

.

martedì 21 ottobre 2008


Ieri ci ha lasciato Vittorio Foa, grande figura italiana del '900, protagonista dell'Assemblea Costituente e coscienza critica della cultura politica. Ricevo queste poche righe che volentieri trasmetto, anche per allontanare in ciascuno di noi la tentazione degli innocui "profeti di sventura".

Antonino Lusi


Dall'introduzione alle "Lettere della giovinezza"di Vittorio Foa (Einaudi 1998), scritte tra il 1935 e il 1943 durante gli otto anni della sua reclusione.

"Paiono traversie e sono opportunità": questo pensiero di Vico ha accompagnato un lungo pezzo della mia giovinezza. L'ho in qualche modo adottato come senso della vicenda raccontata in queste lettere: il travaglio, le privazioni, la sofferenza del presente erano proiettati nel futuro, non erano un patimento da sopportare stoicamente o religiosamente, erano delle possibilità e quindi delle scelte. Con quel pensiero nella testa mi sentivo come pacificato con me stesso, mi sembrava di aver vinto il presente e di stare costuendo un futuro. Facevo parte del movimento 'Giustizia e Libertà': il suo realismo rifiutava l'eterno vizio politico di dire senza fare, le ideologie astratte dagli uomini e dalle donne viventi e al tempo stesso rifiutava lo spicciolo empirismo, chiedeva disegni e progetti. Ero spinto a dare un senso alle cose che vedevo e studiavo, appunto per dare un senso al domani. Stavo superando una prova della vita e mi sentivo più preparato per le nuove prove della pace e della guerra. Ero contento.(...).

(...) Possono queste lettere dire qualcosa a una ragazza o un ragazzo di vent'anni, l'età che più o meno avevo io quando ho cominciato a scriverle? Ho molti dubbi. Qui sono affrontati i nodi della mia testa di allora, non quelli dei ragazzi di oggi che non sono certo più semplici. Forse più che le cose che ho scritto può servire solo il fatto di averle scritte, il tentativo di dare un senso alle cose, di noin lasciarsi vivere ma di pensare quello che accade a noi e attorno a noi. In questo modo si capisce che nel mondo ci sono anche gli altri, c'è anche il futuro e che quello che accade non è fatale.

Per un ragazzo di qualsiasi età è possibile, se lo vuole, incontrarsi con i ricordi di un adulto, anche di un vecchio. Non serve rievocare gli eventi, cioè i fatti accaduti. Cosa può interessare a un ragazzo di vent'anni di sapere che c'è stata la repubblica di Weimar o che i russi hanno occupato Berlino nel 1945? Il rapporto si stabilsce attraverso l'animo che ha sorretto gli eventi, l'insieme di sentimenti, di speranze, di paure che hanno accompagnato le azioni. E' solo questo rapporto che consente a una poesia, a un film di altri tempi, di diventare attuali.

Vorrei chiedere una cosa ai ragazzi, di non vedere tutto come un dramma, di non prestare fede a chi vede catastrofi dapperutto. Se possibile usate l'ironia e l'autoironia: esse ci consentono di essere coinvolti e distaccati, di capire e partecipare.(...)

Vittorio Foa

Nessun commento: