Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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giovedì 28 ottobre 2010

Quell’infelice insinuazione del segretario Pd su Capistrello

di Antonino Lusi *

Egregio direttore, una infelice insinuazione del segretario provinciale del Partito democratico, affidata a Il Giornale del 18 ottobre 2010, ha steso una torbida ombra sul presunto «scandalo tessere» dell’Aquilano e, in particolare, sugli iscritti del circolo di Capistrello. Tale ombra, purtroppo, è stata ripresa da altri organi di informazione, compreso il Centro del 23 e del 24 ottobre, senza previamente accertarne la benché minima attendibilità.
Sarà dunque sufficiente invocare il buon senso, piuttosto che le disposizioni della legge sulla stampa, per richiedere la cortese possibilità di fornire ai lettori qualche precisazione al riguardo.
Appare evidente, innanzi tutto, come l’attacco «politico» di Fina - sferrato anche per il tramite de Il Giornale - non abbia alcun riferimento al programma espresso dal gruppo concorrente e dalla sua candidata alla segreteria provinciale dell’Aquila: esso, infatti, si qualifica solo come uno scomposto insieme di insinuazioni - profferite pubblicamente, del resto, anche in diversi circoli Pd - per colpire la credibilità personale di un parlamentare che quel programma e la sua linea politica condivide e sostiene pubblicamente. Per di più talune ricostruzioni di stampa circa la dislocazione politica dei candidati alla segreteria provinciale del Pd peccano di approssimazioni che sconfinano nella disinformazione.
I sostenitori dell’uno e dell’altra, infatti, non coincidono affatto con i sostenitori o meno del segretario nazionale Bersani. La geografia politica di entrambi, invero, è alquanto più complessa e non riducibile a mere logiche di schieramento personale poiché nell’Aquilano, malgrado tutto, cresce una forte domanda di discontinuità da parte sia di vecchi che di nuovi iscritti, nella consapevolezza che gli intrecci perversi del passato, tra segmenti diversi di centrodestra e centrosinistra, non debbano più ripetersi.
In tale contesto - asserisce in modo perentorio lo stesso Fina - «non è un caso che a Capistrello, paese dove il fratello di Lusi fa il sindaco, ci siano 472 tesserati di cui 304 nuovi di zecca». L’essere fratello di qualcuno, verrebbe da osservare, non può essere automaticamente inteso come un eufemismo letterario per rinviare ai contesti familistici delle saghe siculo-americane. Così come non può essere emblematico di una presenza o attività in fotocopia. Basterebbe, in proposito, conoscere solo un po’ delle rispettive storie personali per comprendere come uno dei tratti maggiormente caratteristici della nostra numerosa famiglia sia sempre stata
la passione - un vero e proprio culto - per il libero confronto delle idee senza confini di materia, dalla fede alla politica, dalla scienza al costume. Un confronto senza veli e reticenze, talora anche ruvido, che nelle condivisioni e nelle diversità ha accresciuto e non condizionato la stima reciproca.
Nondimeno, a ben vedere, i tesserati di cui si parla proprio un caso non sono perché, contrariamente alleinsinuazioni di basso profilo goffamente propalate, si tratta del riconoscimento pubblico e trasparente di una presenza politica che parte da lontano, da persone ricche di esperienza e da giovani, tutti con la passione per la politica intesa come servizio e non come mestiere del quale vivere. La credibilità del gruppo in questione, nel marzo 2010, ha prodotto - tra i pochissimi comuni italiani - un aumento di voti rispetto alle elezioni politiche del 2008, passando da 1.292 a 1.634 e, percentualmente, dal 40% al 44% dell’elettorato.
Alle Provinciali tale consenso ha dato allaPezzopane quasi il 47% mentre nell’intero collegio la stessa registrava il 41%. La maggioranza in consiglio comunale è composta da ben 11 consiglieri iscritti al Pd, così come l’intera giunta, ma quel che più rileva, in definitiva, è che i cittadini stanno avvertendo sempre più le innovazioni prodotte dalla buona politica. Non stiamo facendo, sia ben chiaro, nulla di rivoluzionario. Siamo soltanto impegnati a rispettare il principio di legalità, che la nostra Costituzione pone come presupposto dell’attività amministrativa, vincolati a lasciare fuori dalla porta del municipio interessi di parte e tessere di partito, ad ascoltare i bisogni di tutti e in special modo dei più deboli, a restituire fiducia e credibilità in un governo del territorio purtroppo ridotto allo stato fallimentare non solo dai debiti irresponsabilmente accumulati ma soprattutto dal degrado alimentato dalle pessime abitudini di circoscritti gruppi dirigenti.
Per questo il nuovo gruppo di lavoro, ora alla direzione dell’Ente locale, riscuote sempre più attenzioni dalla parte sana del paese, ampia e diversamente articolata, che da anni attendeva una possibilità di riscatto collettivo.
Esso, in sostanza, sta registrando un consenso crescente, sia pure in condizioni tutt’altro che rosee, per il lavoro che fa e per come lo fa. In tutto ciò straparlare di Capistrello come della nuova Ceppaloni (sic!) la dice lunga sul modo di pensare e di agire di certi personaggi: purtroppo per il Pd, infatti, costoro non si rassegnano a comprendere come sia definitivamente conclusa una fase storica animata da inamovibili protagonisti di una irreversibile caduta di consensi, nella società e nelle urne. A tutela non della mia persona, in conclusione, ma della funzione pubblica alla quale sono attualmente preposto, signor direttore, è bene che i lettori sappiano come nessuna insinuazione, più o meno volgare, potrà mai alterare il senso della mia storia
personale né tantomeno dimostrare che l’amministrazione di cui mi onoro essere parte sia stata poco meno che corretta, anche per quanto concerne il tesseramento Pd: non solo perché non me ne sono mai occupato ma perché i cittadini mi hanno conferito un altro mandato, quello di amministrare un Comune dissestato dal punto di vista economico, finanziario, urbanistico e sociale. Dovrebbe essere chiaro a tutti, dunque, come, anche volendolo, non sarebbe possibile riconoscere alcun fondamento alle polemiche pretestuose di chi, pur di difendere l’indifendibile, offende la dignità personale di troppi cittadini di Capistrello.

* sindaco di Capistrello
(Il Centro 28.10.2010)

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