Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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mercoledì 9 marzo 2011

Le dimissioni di un Sindaco

Il sindaco scrive: "con la presente rassegno le mie dimissioni dalla carica di sindaco della citta' dell'Aquila".
La decisione è maturata dopo l'ennesimo mancato raggiungimento del numero legale in consiglio comunale.

"Non ho piu' un partito ne' una maggioranza", aveva detto il sindaco parlando in aula quando sui banchi erano seduti solo 19 consiglieri.


Poche misurate parole che tagliano di netto il sottilissimo filo che lega la drammatica dimensione che vive un uomo serio che soffre insieme alla sua città, e, lo spoglio, arido deserto, in cui il partito democratico è stato abbandonato dai propri dirigenti in preda alle illusioni ottiche di un protagonismo da cinema d’essai .

Come spiegare altrimenti il grido di dolore di un Cialente che dice di non avere più attorno a se né una maggioranza né un partito; il suo partito, il partito democratico.
E come valutare gli accorati appelli dei corifei che a vario titolo e a più livelli lo implorano di ripensarci in nome del senso di responsabilità che in verità, il sindaco ha sublimato proprio con questo atto estremo e lacerante delle dimissioni ferme e decise .

La politica, caleidoscopico gioco di specchi, che racconta i fatti con quella sana ipocrisia, a metà strada tra il rassicurante conformismo di pasoliniana memoria e gli inconfessabili abissi di egoismi meschini, ora corre al capezzale del malato, e ginnuflessa, lo prega.
Si prega; ognuno prega, chi per raccomandare la propria anima a miglior vita di fronte all’ineluttabile, chi per coltivare la speranza di un inatteso lascito; si prega per se stessi, sfoggiando una pelosa solidarietà sul palcoscenico mediatico della tragedia.
Cosa c’è di sano nell’ipocrisia se non il tentativo di stravolgere il significato delle parole.
Un partito che vuole apparire diverso da ciò che è, senza mai interrogarsi, produce questi risultati, e non sarà il profluvio di sentimenti da libro cuore a mitigare l’amarezza di un sindaco che ora getta la spugna non certo per vigliaccheria, ma perché vinto dal dolore che prima ti piega e poi ti spezza quando sei lasciato solo.

In questo labirinto degli specchi, la figura integra di Cialente, con il suo volto scavato, resta l’icona antica di una politica seria, pulita e lontana anni luce dall’affannata pantomina di una solidarietà di plexiglas che spera di colmare, fuori tempo massimo, la solidarietà ben più profonda e più autentica che il Sindaco aveva reclamato le scorse settimane, non per se stesso né per la sua figura istituzionale, ma per l’intera città, per poter dare risposte ai cittadini.
Oggi l’Aquila, è città simbolo della voglia di riscatto da un destino avverso che deve spingere ognuno di noi a concentrare gli sforzi affinché ciò che è stato l’epicentro di un terremoto catastrofico, diventi l’epicentro di una rinascita che propaghi le sue onde benefiche su tutto l’Abruzzo, ma per fare ciò, non bastano gli attestati di stima, occorrono atti concreti.

Per dare concretezza, alla solidarietà profusa a piene mani, potrebbe essere utile offrire al Sindaco le dimissioni in blocco di tutta la giunta, dandogli mandato pieno e carta bianca per riorganizzare una squadra operativa e motivata, secondo criteri che lui stesso stabilirà, nella massima autonomia e senza interferenze, ma guardando unicamente all’interesse generale di un’intera comunità che da due anni aspetta risposte.

Alfio Di Battista
Vice Sindaco di Capistrello

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