Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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venerdì 24 aprile 2009

Iniziative per il 25 aprile giorno della Liberazione


Ore 09.30, ammassamento piazza del Comune di Capistrello - corteo lungo le strade del paese fino al monumento dei Caduti.


ore 17.00 presso la chiesa di Sant'Antonio a Capistrello

si terrà il IV concerto della Liberazione.



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Il Centro Iniziative Culturali (CIC) e gli Amici della Musica di Capistrello sono lieti di invitarvi al

IV C O N C E R T O della L I B E R A Z I O N E

.....dai mali che affliggono il nostro tempo

25 aprile 2009 - Capistrello, Chiesa di S. Antonio, ore 17,30

Elegia di speranza per una terra martoriata

di Romolo Liberale



Organista Livia Mazzanti

Tromba Mario Liano, Trombone Paolo Mazzilli, Tuba Alessandro Costanzi, Vibrafono Antonio Liano,

Xilofono e Glockenspiel Giulia Mazzilli, Batteria Daniele Costanzi

Programma

G. F. Händel Sarabanda con variazioni dalla Suite XI in re m (7')

(1685 - 1759) per organo

Aram Il'ič Khačaturjan La danza delle spade (5')

(1903 - 1978) gruppo strumentale “Perk & Brass

Romolo Liberale Elegia di speranza per una terra martoriata

improvvisazioni per organo e voce recitante

Felix Mendelsshon-Bartholdy Sonata terza in la M op.65 n.3 (9')

(1809 - 1847) per organo

J. Esser, W. Langhoff, R. Goguel Die Moorsoldaten (5')

Versione italiana di anonimo

(1934 - 1945) improvvisazioni per organo e voce recitante

G. Hamilton Green Triplets (5')

(1934 - 1958) gruppo strumentale “Perk & Brass

Mauricio Kagel Ragtime - Waltz (4')

(1931 - 2008) per organo

Anonimi Drunken Sailori e Fire in the Galley (8')

gruppo strumentale “Perk & Brass

L. van Beethoven Inno alla gioia Corale dalla IX sinfonia (8')

(1770 - 1827) per organo e gruppo strumentale “Perk & Brass

Note di sala

In questo IV Concerto della Liberazione l'Elegia di speranza per una terra martoriata di R. Liberale, dedicata in particolare ai nostri fratelli abruzzesi colpiti dal terremoto, e Die Moorsoldaten - il più noto canto della Resistenza tedesca, forse anche il più bello in assoluto del movimento operaio tedesco - costituiscono la trama ideale e musicale di improvvisazioni organistiche culminanti nella speranza di un Inno alla gioia, accompagnato dagli ottoni e dalle percussioni, che appartenga di diritto non solo alla nostra cultura ma alla nostra esistenza quotidiana, libera da tutti i mali. I due brani per solo organo si devono a due compositori tedeschi fra i più eminenti, Händel e Mendelssohn-Bartholdy, che manifestarono entrambi, in epoche diverse, un forte sentimento di amicizia per l’Italia e la sua cultura. Tanto Händel, di cui si celebra quest’anno il 250° anniversario della scomparsa, quanto Mendelssohn-Bartholdy, nato invece esattamente due secoli fa, soggiornarono nel nostro paese dal quale si lasciarono ispirare profondamente anche nelle loro composizioni.

La Sarabanda dalla Suite in re minore di Händel è una pagina destinata al clavicembalo (qui adattata alla più complessa scrittura organistica) che si basa su un motivo di origine spagnola, un cosiddetto basso ostinato. Alla gravità e staticità di questo tema si contrappone il movimento, in forma di variazioni, delle altre voci distribuite all’organo fra le altrettanto varie tastiere e la pedaliera. La grande efficacia drammatica, quasi teatrale, di questo brano lo fece scegliere dal colto regista Stanley Kubrick come motivo conduttore del suo capolavoro Barry Lindon, epopea di un uomo dalla gloria al declino.


La La danza delle spade, composta nel 1942 da Khačaturjan, è tratto dal balletto “Gajaneh”. Il questa composizione si colgono i tratti peculiari della scrittura del compositore armeno, caratterizzata da ritmi serrati, abbandoni melodici e sgargianti sonorità.

Nella sua Elegia di speranza per una terra martoriata Romolo Liberale sottolinea che "l’umanità, facendosi attraverso i secoli, ha compiuto il suo cammino verso il futuro resistendo e costruendo, di età in età, il proprio tempo. Nella resistenza contro le avversità della natura e le malvagità umane, ha trovato un saldo presidio al suo anelito di libertà: libertà dai condizionamenti sociali, libertà di espressione del proprio pensiero, libertà di compiersi in nome di tutte le ragioni per le quali esiste". Le note del Nabucco di Giuseppe Verdi, che fanno da sfondo all'improvvisazione organistica qui eseguita, ripropongono l'invocazione della patria lontana che gli Ebrei cantano sulle sponde dell`Eufrate. Come la profezia di Zaccaria esorta ad avere fede nell'anelito di libertà di tutti i popoli così l'auspicio del presente è tutto compreso nella elegia di speranza per tutti.

La III Sonata in La maggiore di Mendelssohn-Bartholdy fa parte dello splendido ciclo di sei Sonate che il compositore (appartenente a una famiglia ebraica di grandi intellettuali e banchieri convertiti al protestantesimo) dedicò all’organo, strumento che lo legava indissolubilmente alla musica di Bach, da lui riscoperto in pieno Romanticismo e così sottratto all’oblio. Il primo movimento è una sorta di trittico dove un pre-ludio e un post-ludio che ricordano proprio lo stile di Händel sembrano sostenere, a mo’ di pilastri, l'ampia parte centrale; è al culmine di quest’ultima che appare al pedale, come una preghiera che scaturisce dagli abissi, il tema del De Profundis luterano, estrema invocazione dell’uomo al suo Dio. Al monumentale “Con moto maestoso” segue un più breve “Andante tranquillo”: ingenuo e candido congedo che suona, dopo quel prolungato grido di tormento, come un meritato approdo di pace.

"Die Moorsoldaten" - composto nel 1934 da un sindacalista, un regista e un musicista prigionieri - nacque nello Staatlicher Preussischer Konzentrationslager I Börgermoor-Papenburg (“I° Campo di concentramento statale prussiano Börgermoor-Papenburg), uno dei primi lager istituiti dal regime nazista per rinchiudervi principalmente i più pericolosi oppositori politici (socialisti, comunisti, anarchici). I deportati del lager di Börgermoor, cui ancora era permessa qualche attività di svago, istituirono un circo-cabaret nel quale si esibivano davanti ai detenuti e ai guardiani delle SS. Die Moorsoldaten fu eseguita al termine della prima rappresentazione. Il compositore della musica della canzone, Rudi Goguel, molti anni dopo, raccontò con queste parole quella prima e drammatica esecuzione della canzone:“I sedici deportati cantori, tra i quali vi erano diversi membri della Corale Operaia di Solingen, entrarono in scena con le loro divise verdi di polizia, che allora servivano da divise anche per i detenuti, e con delle vanghe sulle spalle. Io li precedetti vestito di una tuta blu, con un manico rotto di vanga a mo’ di bacchetta da direttore. Il ritornello veniva eseguito dopo ogni strofa; all’ultima strofa comparvero anche le SS coi loro comandanti, che si misero incredibilmente a cantare apertamente il ritornello assieme ai detenuti, poiché anche loro si consideravano dei ‘soldati del pantano’. Alle parole ‘…Dann ziehn die Moorsoldaten nicht mehr mit den Spaten ins Moor’, i sedici cantori piantarono le vanghe nella sabbia ed uscirono dal palco, lasciando le vanghe piantate nel terreno paludoso in modo che sembrassero le croci di un cimitero.” Le SS all’inizio non avevano evidentemente ben compreso il significato del canto ma, già due giorni dopo, esso fu severamente proibito. Alcune copie però furono fatte uscire clandestinamente dal lager per opera del deportato Otto Gaudig, di Mühlheim, che lavorava come calzolaio nel campo. Riuscì ad infilare alcuni fogli contenenti il testo e la musica del canto tra la suola e la tomaia delle scarpe, per essere sicuro che qualcuno le potesse far uscire. Così avvenne. Già nel 1935 era arrivato a Londra, dove il compositore antinazista Hanns Eisler rielaborò la musica scritta fortunosamente da Rudi Goguel e la affidò al canto del tenore Ernst Busch. Quando Busch giunse nel 1936 in Spagna per combattere nella Brigata Internazionale Thälmann, la registrò, il 3 ottobre dello stesso anno, in un disco intitolato Seis Canciones para la Democracia, sia nella versione tedesca che in quella spagnola, Los soldados del pantano. In breve la canzone divenne uno degli inni della Resistenza europea al nazifascismo. Tutte le brigate internazionali ne prepararono una versione nella loro lingua: in inglese (The Peat-Bog Soldiers), in francese (Le chant du marais), in italiano (Canto dei deportati) e in olandese (De moorsoldaten). La traduzione in lingua italiana di “Moorsoldaten“ fu effettuata nel gennaio 1945 da una nostra connazionale internata nel campo femminile di Rawensbrück, rimasta anonima.

Triplets di G. Hamilton Green è un fox trot, originariamente per xilofono e marimba. In questa occasione è stata arrangiata per questo ensemble e xilofono solista, esaltandone il carattere jazzistico. Drunken Sailor e Fire in the Galley, di compositori anonimi, sono due canti marinareschi inglesi: il primo con una forte caratteristica di marcia e il secondo con un andamento scherzoso.

Ragtime nasce come composizione per pianoforte, un po’ perché il ritmo è molto swing (oscillante) e un po’ perché le prime brass-band utilizzavano le melodie rag come guida per le loro prestazioni. Lo schema del ragtime si rifà completamente alle forme classiche: dal trio del minuetto alle strutture dei valzer di J.Strass. Anche lo stile pianistico pesca a piene mani dai classici: Schubert, Chopin e su tutti Liszt. Il tutto naturalmente filtrato dalla sensibilità degli esecutori. L’ambiente in cui si sviluppò fu vario. Si va dai Saloon dove musicisti o rulli meccanici accompagnano il chiasso degli avventori alle sale da ballo “bene” delle grandi città. Nel brano qui eseguito si fonde la tradizione del rag con il blues, la sensibilità musicale latinoamericana con quella europea di cui è espressione Mauricio Kagel il quale, nato 24 December 1931 il 24 dicembre 1931 aBuenos Aires ( Buenos Aires, compie Studies in music, history of literature (JL Borges), and philosophy at thestudi di musica, storia della letteratura e filosofia nellaUniversity locale Universitàof. Nel 1957 emigra a Cologne Colonia ( (GermanyGermania)) dove fonda la "Kölner Ensemble für Neue Musik". Nel1964-65 Slee professor of composition at the 1964 è professore di composizione presso la State UniversityState di New York at Buffalo (USA) (USA), dal 1967 è visiting professor presso l'Accademia di cinema e televisione Berlin a Berlino (West) (Ovest). Dal 1969 è Direttore dei Corsi per la nuova musicaCologne a Colonia dove muore il 18 settembre 2008.

L'Inno alla gioia è contenuto nel quarto tempo della Nona Sinfonia di L. Beethoven. Adottato dal Consiglio d'Europa nel 1972, viene utilizzato come inno ufficiale dell'Unione europea dal 1986. Si tratta di una marcia di gioia, festante, scintillante di colori, che accompagna l'uomo nel cammino gioioso della vita: l’Inno alla gioia infatti, oltre ad essere un capolavoro della musica classica, è soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza. Con tale composizione Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale e, proprio per rendere il messaggio più chiaro possibile, decise di far cantare dal coro nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller. L'ode "An die Freude (Alla Gioia)" è una lirica nella quale la gioia è intesa non come semplice spensieratezza e allegria ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dall'odio e da ogni male.

Livia Mazzanti fin dagli esordi a Roma, negli anni '80, ha rivelato un ampio orizzonte interpretativo proponendo pagine organistiche di rara esecuzione e amando suggerire, nei suoi programmi di concerto, possibili affinità tra epoche e linguaggi diversi. Diplomata in pianoforte, in organo e in composizione organistica, ha ricevuto poi un impulso decisivo dall'incontro con compositori quali Giacinto Scelsi e, più tardi, Jean Guillou sotto la guida del quale si è a lungo perfezionata in Francia. Premio Speciale della Giuria per le qualità musicali al Concorso Internazionale d'Organo di Roma del 1985, è vincitrice nel 1988 di una Borsa di Studio del Governo francese e si stabilisce a Parigi dove l'anno seguente le viene conferito, à l'Unanimité du Jury, il Diplôme de Concert della Schola Cantorum. Da allora la sua attività si svolge tra l'Italia e la Francia, conducendola a prodursi nella maggior parte dei Paesi europei, negli Stati Uniti, in Medio Oriente. Sono sue l'ideazione e la direzione artistica di MUSICOMETA, il festival che ospita a Roma, dal '95, acclamati solisti della scena internazionale. Sempre a Roma, inoltre, collabora da anni con la Chiesa evangelica luterana. Unica interprete straniera a figurare nelle collezioni organistiche della RCA Victor/BMG France, le sue incisioni le sono valse gli elogi di riviste quali Diapason, Répertoire, Organist's Review. Ha inciso anche per Fonè (Italia), Argos (Francia) e partecipato all'Integrale per organo di J. Guillou pubblicata dalla Philips Classics. Recenti sono la riscoperta e la registrazione, in prima mondiale per AEOLUS, dell'Integrale di Mario Castelnuovo-Tedesco realizzata all'organo della Tonhalle di Zurigo.

Gruppo Strumentale “Perk & Brass

Il gruppo strumentale “Perk & Brass”, formato da ottoni e percussioni, sviluppa sonorità diverse dai classici quintetti di ottoni. Il repertorio spazia dalla musica classica a quella moderna con arrangiamenti originali, a cura del M°. Mario Liano. Esso ricerca un amalgama tra strumenti timbricamente lontani utilizzando spesso, come strumento solista, lo xilofono per la sua sonorità emergente e il timbro del vibrafono come collegamento tra gli strumenti ad ottone e le altre percussioni.


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