Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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domenica 8 agosto 2010

Cricca di famiglia

di LUIGI VICINANZA

Che delusione. Si era manifestata con le sembianze di una classe dirigente anagraficamente giovane, culturalmente post-ideologica, pragmatica, moderatamente riformatrice, per nulla ossessionata dagli eccessi verbali e modaioli del berlusconismo imperante. Dall’Emiciclo aquilano alle Province, da Montesilvano a Pescara il centrodestra ha vinto al tavolo della politica tutto quello che c’era da rastrellare dopo gli sconquassi giudiziari che, con Ottaviano Del Turco e Luciano D’Alfonso, hanno relegato in isolamento l’intero centrosinistra. Chiodi, Venturoni, Albore Mascia, Cordoma, Sospiri, Piccone avevano, tra i principali compiti, la missione di ricostruire un’etica pubblica, regole certe, una tensione morale tanto percepibile quanto lo era stato lo sconcerto provocato dallo choc giudiziario che ne ha favorito l’ascesa al potere. Tralascio ogni giudizio sulla prassi amministrativa quotidiana; ogni cittadino ha occhi per vedere e giudicare. Constato invece l’incapacità di ridare dignità e autorevolezza alle istituzioni, fiducia agli abruzzesi, speranza nel futuro ai giovani.

Non era facile. Ma in meno di due anni il Pdl si sta giocando con una rapidità sorprendente ogni vantaggio acquisito per demerito altrui. La vicenda della cricca di famiglia è l’episodio più evidente di un’emergenza morale mai affrontata fino in fondo, con decisione e coraggio.
Per una di quelle coincidenze simboliche le dimissioni dell’assessore Stati sono arrivate nella stessa settimana in cui alla Camera il governo, con il voto sul sottosegretario Caliendo, ha visto sfumare la sua granitica maggioranza. Un caso, ovviamente. Ma è un segno: la democrazia sregolata non si tiene più. Né all’Aquila come a Pescara, né a Roma come a Milano.

tratto da : Il Centro 08-08-10

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