Circolo Partito Democratico - Capistrello (Aq)

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giovedì 12 agosto 2010

I valori della Costituzione repubblicana


Non passa giorno in cui un esponente di una parte politica che governa il nostro Paese non esprima il proprio desiderio di riformare la nostra Costituzione che è nata dalla Resistenza ed è legata, pertanto, ai suoi ideali e ai suoi valori. E’ un desiderio che porta con sè, nell’aria grigia di una profonda crisi politica mai registrata nel panorama della nostra storia recente, una viva preoccupazione anche per la pressione ossessiva che si registra su questo tema. E’ una preoccupazione di quanti sono legati agli ideali che animarono la lotta di Liberazione nazionale che devono reagire per difendere la nostra Costituzione che è un testamento di centomila morti. A quanti dicono che la nostra è una Carta «comunista» vorrei ricordare che essa fu costruita indistintamente da tutte le forze politiche dell’area costituzionale che avevano combattuto l’oppressore e avevano vinto la seconda guerra mondiale contro i nazisti e i fascisti responsabili - e non lo dimentichino mai! - di avere scatenato il conflitto che aveva incendiato l’Europa intera.
Vorrei ricordare ancora che la Carta ebbe tra i suoi costituenti Umberto Terracini, Umberto Tupini, Giuseppe Saragat, Emilio Lussu, Pietro Nenni, Giorgio La Pira, Palmiro Togliatti, Benedetto Croce, Giuseppe Dossetti e altre figure prestigiose di notevole spessore culturale, scientifico e morale, come Piero Calamandrei, uno dei Padri della Patria, che un giorno ormai lontano, rivolgendosi ai giovani dell’epoca, solennemente affermò: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà, la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione». Sono parole tremendamente attuali, come è attuale e vitale, tra le più avanzate tra quelle esistenti e difesa dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani nel Referendum popolare del giugno 2006, quando si stava cercando di snaturarne la sostanza e i valori.
E oggi, mentre percorro il viale del tramonto di una esistenza dedicata all’amore per la libertà e per la democrazia, torno spesso alla rilettura dell’intervento di Calamandrei alla Seduta del 4 marzo 1947 tenuto alla Costituente in Roma, quando dichiarò «Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest’aula, in cui una sciagurata voce irrise e vilipese venticinque anni fa le istituzioni parlamentari, è perchè per venti anni qualcuno ha continuato a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l’esilio e la morte». Sono certo di non essere solo a voler difendere la Costituzione considerandola pienamente intangibile, perchè attraverso la stessa si difendono i valori di libertà, di giustizia, di solidarietà, ma anche perchè è stata scritta - come scrisse l’onorevole Giuseppe Saragat - con il sangue del popolo italiano. E intanto apriamo le finestre per respirare, almeno quella, l’aria pura delle montagne che ci videro, appena ragazzi, con le armi in pugno, a combattere, lontano dalle famiglie in pena, per assicurare a ciascun italiano il ritorno alla vita, alla gioia, ai valori eterni della civiltà cristiana.
E noi superstiti della leggendaria Brigata Majella, medaglia d’oro al valor militare, anche se rimasti in pochi, continueremo a confermare il nostro impegno perchè la libertà, matrice della storia degli uomini liberi non sia più avvilita da comportamenti di quanti vorrebbero riportare indietro la storia.
* Già ufficiale partigiano della Brigata Majella

tratto da : Il Centro.it 10.08.10

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